Virginia Raggi, il lido non è un 5 stelle

Virginia Raggi, il lido non è un 5 stelle

Cinque stelle sì, ma solo in politica. Per rilassarsi, la sindaca di Roma Virginia Raggi non sceglie il lusso di un resort o di un lido d’élite, ma una popolarissima spiaggia libera di Anzio, a un’oretta dalla Capitale: un luogo amato, in cui torna ogni estate, appena può, per staccare la spina dalle incombenze istituzionali. Con lei c’è tutta la famiglia: il marito Andrea Severini e il figlio Matteo. Ma anche un un sacco di altra gente. Il weekend è assolato e rovente, i bagnanti si accalcano e le cautele anti coronavirus vanno un po’ a farsi benedire. La stessa Raggi, che nelle scorse settimane ha incitato i romani, soprattutto i più giovani, a non abbassare la guardia e a rispettare il distanziamento sociale anche dove è più difficile, nei locali e nelle strade della movida, qui in riva al mare sembra chiudere un occhio e a tratti si ritrova “circondata” da altri bagnanti. D’altra parte la signora non è “in servizio”, tanto più che ad Anzio il sindaco non è lei. L’umore è alto e niente, proprio niente – nemmeno le polemiche per il sonetto di Franco Ferrari che Beppe Grillo le ha dedicato, dove i romani sono bollati come “gente de fogna” – riesce a rovinarle la giornata, una delle rare che può permettersi di dedicare ai suoi cari. La crisi con Severini, che dopo le elezioni del 2016 aveva portato la coppia a un periodo di separazione, ricomposta due anni fa, pare archiviata senza strascichi. Anche se talvolta lui scherza, via social, sulle cene solitarie alle quali lei, indaffaratissima, troppo spesso lo costringe, il feeling tra di loro è tornato: sdraiati vicini a prendere il sole, si guardano con tenerezza, si sorridono, si mostrano sereni e affiatati pur senza – bontà loro – lasciarsi andare come altri a effusioni in pubblico. Virginia però stenta a stare ferma: si alza, si guarda attorno, aiuta Matteo a fare un castello di sabbia. Poi torna ad abbronzarsi, slaccia il bikini nero minimal per assicurarsi una tintarella più uniforme, poi lo riallaccia e un attimo dopo è di nuovo in piedi, fa una passeggiata in riva, accenna qualche posizione di yoga, mentre qualcuno la riconosce e si avvicina per verificare che sia davvero lei, la prima cittadina più chiacchierata e criticata d’Italia, lì sulla battigia in mezzo a tutti gli altri. Lei e il suo fisico invidiabile, che chissà come fa a mantenere così tonico se non ha tempo nemmeno di cenare con il marito: le forme armoniche, la linea snella, pure gli addominali scolpiti. Sarà lo yoga, sarà lo sport o qualche dieta misteriosa? Macché, è più facile che siano gli impegni istituzionali, il lavoro d’ufficio e sul campo, le corse da un capo all’altro di Roma, gli eventi cui partecipare. Anche le preoccupazioni, certo, che nel suo ruolo non sono mai state poche e, in questo periodo di emergenza sanitaria non hanno fatto che aumentare. Nelle ultime settimane la Raggi ha supervisionato lavori di riqualificazione vari in giro per la Capitale, dato il via alla messa in sicurezza di cinquecento parchetti e aree gioco per bambini, visitato i cantieri per l’ampliamento della Tiburtina, inaugurato il nuovo sistema d’illuminazione artistica del borgo di Ostia Antica. Ma è alle spiagge che si è dedicata più alacremente, e non certo per il suo divertimento personale. Tra gli interventi che le stanno più a cuore, infatti, c’è il risanamento di un lungo tratto di litorale romano, quello di Ostia, deturpato da decenni di degrado, abusivismo e criminalità organizzata. Il progetto della sindaca e della sua giunta è quello di trasformarlo in spiaggia libera comunale, pulita, sicura e accessibile a tutti gratuitamente. Un’idea che piace a molti ma non a tutti, certo non ai clan che controllavano la zona e ne traevano gran profitto economico a furia di estorsioni e usura. Tanto che, proprio nel corso di un’ispezione lungo il litorale, la Raggi si è trovata una spiacevole sorpresa: nello stabilimento dove avrebbe dovuto recarsi – salvo cambiare programma all’ultimo minuto e visitare quello accanto – qualcuno ha lasciato sulla riva dieci piccioni decapitati. Un “omaggio” raccapricciante che è stato attribuito a un gruppo di satanisti attivi in zona – non è la prima volta che sul lungomare si rinvengono animali così barbaramente uccisi – ma che la sindaca ha interpretato come un messaggio intimidatorio nei suoi confronti, da parte di chi non gradisce il suo intervento di bonifica. Ovviamente ha subito sporto denuncia contro ignoti e tuonato su Facebook: “Non ci fermeremo. Ostia è di tutti, non di una sparuta minoranza di delinquenti. Proseguiremo nel risanamento”. Che stress. Non trovate anche voi che un po’ di spensieratezza balneare, lontana da questi grattacapi, le sia dovuta, almeno una domenica ogni tanto?

Federica Capozzi, Gente

Torna in alto