«Leggo gli insulti sui social per il mio cosiddetto tradimento con Riccardo Scamarcio e penso a Pirandello quando diceva: prima di giudicare la mia vita… mettiti le mie scarpe… Vivi i miei dolori…». L’influencer Clizia Incorvaia ci ha pensato per giorni prima di rispondere all’intervista del marito Francesco Sarcina al Corriere, quella in cui lui si dispera perché lei è stata col suo migliore amico, nonché testimone di nozze. «Quattro anni fa, ci eravamo giurati fedeltà davanti a Dio e a lui», aveva detto sabato il cantautore e leader delle Vibrazioni.
Clizia, perché replicare?
«Perché vivo una gogna mediatica: ricevo immagini e insulti raccapriccianti, un tizio mi ha mandato la foto del suo membro con scritto “stai con me”, mi hanno augurato di bruciare all’inferno. Ho dovuto fare denunce alla polizia postale. Davanti a tanta tristezza, mi sono detta: devo insegnare questo a mia figlia Nina? Mi sono risposta che, invece, le insegnerò ad amare e rispettare gli altri e andrò a testa alta fra i frustrati che sfogano il malessere in una caccia alla strega, sparando a zero non sapendo la verità».
Quale sarebbe la verità?
«L’ha detta anche Sarcina, ma nessuno ci bada: io e lui ci eravamo già lasciati. Io specifico meglio le date: il 16 novembre, avevamo firmato il ricorso per una separazione consensuale, avviata a settembre. Di quanto è successo dopo non sono tenuta a render conto. Ma posso dire che ero uscita di casa il 13 novembre e, due giorni dopo, torno a prendere dei vestiti e lo trovo in cucina con una tipa».
A far cosa?
«Ho un video che non userò. Quest’uomo così ferito e innamorato parla di un’infedeltà che non c’è, in quanto eravamo separati. Lui sbaglia a coinvolgere terze persone e io non ne coinvolgerò altre».
In definitiva, lei è stata con Scamarcio per ripicca?
«Quello che è successo oppure no è la mia vita privata. Nessuno chiede a Sarcina delle sue situazioni in giro per l’Italia, in ristoranti con donne sempre diverse di cui mi arrivavano notizie e foto. Io non racconto cosa faceva lui, ma durante il matrimonio io sono stata monogama. E prevengo la domanda successiva: ora, non sto con Scamarcio né con altri».
Per suo marito, lei era libera di far tutto, non di andare con «suo fratello».
«Dovrebbe anche dire che lui si faceva la sua vita da prima e che io l’ho lasciato perché ho passato gli ultimi due anni da sola».
Da sola perché?
«Lui fa due mesi di tour, poi potrebbe stare a casa, invece è sempre fuori fino all’alba o a Milano. A far cosa non lo so, ma ho sempre creduto alla sua sincerità».
Com’è stato leggere la sua intervista?
«Ho pianto. Proprio lui, che disprezza il gossip e mi addita per la mia vita social con cui mi guadagno l’indipendenza, ha usato il gossip, per amor proprio o per vendere il prossimo singolo, esponendoci al disprezzo, dimenticandosi di proteggere la figlia. Però, voglio considerarlo sempre il padre splendido che è stato e, da principessa guerriera, combattere e salvarmi da sola. Eppure, avevo provato a resistere: a febbraio, ci ero tornata per amore della famiglia».
S’è pentita d’avergli detto, a Pasqua, di Scamarcio?
«Non rispondo perché non dico neanche se con lui qualcosa c’è stato o no».
La separazione diventerà giudiziale e con addebiti?
«Io ho sperato che ci lasciassimo con un abbraccio, ma valuteremo con gli avvocati. Spero di uscirne ancora convinta che esistano uomini che ti fanno sognare e che mia figlia sarà rispettata dal suo compagno».
Sarcina dice che la notte non dorme. Lei dorme?
«Non credo che non dorma, lo dice per ingraziarsi i moralisti. Però, esiste anche l’Italia che sta con me e mi scrive con affetto. Io dormo perché sono stata sincera».
Candida Morvillo, Corriere.it