Pamela Prati torna a parlare della surreale vicenda di Mark Caltagirone.
Lo fa a Domenica In, ospite di Mara Venier, in cui ripercorre la storia del “marito inesistente”
La showgirl si difende: “Quella non ero io, si vede che ero completamente plagiata. Mi hanno fatto credere che fosse così e mi hanno obbligata a dire quelle cose.
Hanno fatto lo stesso, in passato, anche a Michelle Hunziker, Alfonso Signorini e Wanda Ferro. Ho pagato tanto dolore e la mia reputazione, chiedo scusa a te e al pubblico, ma ero plagiata: in quel momento non ero consapevole di prenderti in giro.
Sono stata proprio una stupida, ero caduta in una trappola mortale”.
Pamela Prati e la vicenda dei bambini adottati
Pamela Prati aveva anche dichiarato di essere diventata madre di due bambini adottati: “Io lì ho capito: o mi stavi prendendo in giro, o eri uscita di testa”.
“Hanno ingannato me con una crudeltà incredibile, mi hanno costretto a mettere in mezzo dei bambini ed una come me, che ha avuto un’infanzia durissima, non farebbe mai del male a dei bambini. Ho capito tutto nello studio del mio avvocato, quando mi hanno fatto vedere chi erano davvero il mio presunto futuro marito e quel bambino”.
La vita in Sardegna prima della notorietà
Pamela Prati parla anche della propria infanzia in Sardegna: “Mia madre era vedova di guerra ed era stata abbandonata da mio padre con tanti figli. Non poteva mantenerci e tenne con sé solo il più piccolo che aveva pochi mesi, dopo aver tentato il suicidio. Io e mia sorella andammo in un collegio di suore a Tempio Pausania, lei veniva a trovarci in pullman e fece di tutto per riprenderci anni dopo”.
“Eppure, nella mia Ozieri i vicini ci chiamavano “bastardi” e questa è stata una parola che mi sono sempre portata dentro con tutto il suo peso. Agli occhi della gente chi non è sposato non era considerato bene. Mia madre è sempre con me, era stupenda e dolce.
Era davvero bella, mi ricordo il suo profumo: mia madre è l’amore più grande che io potessi avere dalla vita. Sono stata legatissima e lo sono tutt’ora, lei era la mia bambina, mi sono presa di cura di lei fino alla fine. Quanto mi manca, vorrei che fosse qui ad abbracciarmi”.
Alberto Francavilla, Blitzquotidiano.it