Matteo Garrone è stato ospite al Bif&st in cui è stato proiettato“Io capitano” che ha appena corso agli Oscar nella categoria film Internazionale, dove ha poi vinto “La zona d’interesse” del regista inglese Jonathan Glazer.
Il regista ha ragionato con rammarico sulle premiazioni degli Oscar affermando che: “Era possibile vincere. Purtroppo la campagna degli Oscar non è andata come doveva andare, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell’Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille”.
Garrone, parlando del film, lo ha definito Odissea contemporanea ricordando che: “La realtà è molto più dura e così ho lavorato per sottrazione. Oggi poi, va considerato, che c’è il problema dei social. Questi ragazzi africani vivono già virtualmente nel nostro paese grazie alle immagini che noi postiamo. Immagini che fanno immaginare loro che sia tutto facile da noi, ma non è così”. Per fortuna c’è stata “una straordinaria accoglienza nelle scuole grazie a professori illuminati. I giovani credo possano davvero cambiare le cose”. Il regista poi annuncia che: “ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili. Vale a dire che torneremo dove i due protagonisti esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, hanno cominciato il loro viaggio”.