Al termine delle riprese della seconda stagione della serie manca poco più di un mese e il regista premio Oscar Paolo Sorrentino sul suo profilo Instagram ci fa entrare nel mood dei nuovi episodi
A volte non si sa esattamente chi parli. E se sia Paolo Sorrentino a essere d’accordo con il Lenny Belardo interpretato da Jude Law o viceversa. «Il gioco è la sola autentica risorsa che abbiamo per poterci sentire in totale armonia con la vita», diceva in The Young Pope l’attore londinese e la frase, mentre al termine delle riprese di The New Pope manca poco più di un mese, sembra al tempo stesso il manifesto esistenziale di entrambi, inclini a non dimenticare il divertimento nel loro mestiere, al di là dei ruoli, dei misteri che circondano la trama e della nebbia- non solo metaforica- che vista la presenza di una location veneziana in pieno inverno, potrebbe circondare più di una scena dei nuovi attesissimi episodi.
A far leva sui dubbi è la natura stessa della serie. Figlia di un grande sforzo produttivo (Sky, Hbo e Canal+), è prodotta da Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside con un cast impreziosito da John Malkovich, Silvio Orlando, Javier Cámara, Cécile de France, Ludivine Sagnier, Henry Goodman, Ulrich Thomsen, Mark Ivanir, Massimo Ghini e Maurizio Lombardi), The New Pope si augura di ripercorrere gli stessi passi della prima serie che premiata dai grandi ascolti e dalla scelta di Hbo di puntare con la candidatura agli Emmy al mercato americano, fu una delle grandi sorprese a livello di critica e di pubblico della scorsa stagione.
Misticismo, ironia, grandi attori e contemporaneità sullo sfondo di una sontuosa messinscena con un finale della prima parte aperto a ogni interpretazione. Se poco o nulla si sa sul plot, rispetto agli inizi, si vede molto di più. Merito di una «sacralità» iconografica spazzata via dalle (inedite) incursioni di Paolo Sorrentino sui social. Un profilo Instagram gestito direttamente dal regista (paolosorrentino_real) che ha permesso ai curiosi di respirare le atmosfere del set e immaginare dalle fotografie postate dal premio Oscar lo svolgersi degli eventi. Cardinali attovagliati. Parrucchieri all’opera. Scene di gruppo all’ombra di una Cappella Sistina perfettamente ricostruita. Sorrentino in cima a una scala nel tentativo di cercare un’inquadratura perfetta. Croci in alta montagna. Finte riproduzioni di libri. Pagine di sceneggiatura. Tonache sotto un cielo plumbeo in attesa di fronte al Teatro 5 di Cinecittà. Una finestra sul mondo di Sorrentino, senza filtri, paratìe, barriere. Per il resto, suggeriva Belardo, bisognerà aspettare. «C’è una sola strada che conduce alla felicità. E quella strada si chiama libertà».
Malcom Pagani, Vanity Fair