
La vita e la musica di Edoardo Bennato diventano protagoniste del documentario “Sono solo canzonette”, prodotto da Rai Documentari e Daimon Film e diretto da Stefano Salvati. Il lungometraggio, che andrà in onda il 19 febbraio su Rai1, ripercorre la carriera di un artista controcorrente, innovatore del rock italiano, attraverso immagini esclusive, ricostruzioni con intelligenza artificiale e testimonianze di grandi protagonisti della musica e dello spettacolo.
Un tour da record e un artista senza paura
La narrazione si apre con un momento iconico: 19 luglio 1980, Stadio San Siro. Gianni Minà segue Bennato verso il palco per la conclusione di un tour storico: 15 stadi in un solo mese, un’impresa mai realizzata prima. “Hai paura?” chiede il giornalista. “Ho paura che non si divertano e che io non mi diverta” risponde Bennato, con la sua solita schiettezza.
Pochi istanti dopo, di fronte a un pubblico gremito, il cantautore prende la chitarra e confessa: “Voi mi vedete su un palco e pensate che io sia sempre sicuro di me. Invece vi assicuro che ho un sacco di paure, perplessità e dubbi, né più né meno”. Parte così “L’isola che non c’è”, inno generazionale che introduce il racconto della sua incredibile carriera.
Le tappe di una storia fuori dagli schemi
Edoardo Bennato, definito “il pirata del rock” e pioniere dell’anticonformismo musicale, ha portato in Italia un nuovo modo di fare musica, mescolando rock, blues e sonorità mediterranee. Il documentario ripercorre i suoi inizi con il Trio Bennato, formato con i fratelli Giorgio ed Eugenio, il periodo a Londra come one-man-band, i primi successi e il suo spirito rivoluzionario che lo ha portato a sperimentare contaminazioni uniche, come l’inserimento della musica classica rossiniana nel rock.
Attraverso filmati d’archivio, interviste inedite e una ricostruzione innovativa tramite intelligenza artificiale, il lungometraggio racconta una carriera vissuta sempre in bilico tra genialità e provocazione, in un costante scontro con le convenzioni dell’industria musicale.
Testimonianze d’eccezione
Il documentario è arricchito dalle voci di artisti e amici che hanno riconosciuto il valore di Bennato come innovatore musicale e simbolo di libertà artistica. Tra questi:
- Jovanotti
- Paolo Conte
- Luciano Ligabue
- Mogol
- Max Pezzali
- Marco Giallini
- Neri Marcorè
- Leonardo Pieraccioni
- Clementino
- Dori Ghezzi
- Alex Britti
- Leo Gassmann
- Carlo Conti
Oltre agli interventi di giornalisti e critici come Carlo Massarini, Giancarlo Leone, Paolo Giordano e Stefano Mannucci, che offrono una prospettiva sul contesto culturale in cui Bennato ha operato dagli anni ’70 a oggi.
Un viaggio tra musica e ribellione
“Sono solo canzonette” non è solo il racconto di una carriera, ma di un’intera epoca musicale e sociale. Il documentario utilizza un linguaggio moderno, ispirato allo stile dei commercial anglosassoni e asiatici, alternando immagini d’archivio, videoclip, backstage e materiali inediti. La storia di Bennato emerge come quella di un uomo che non si è mai piegato alle logiche discografiche, mantenendo una coerenza artistica che lo ha reso una leggenda della musica italiana.
Il film celebra anche il legame con la sua terra e il suo entourage storico: Franco De Lucia, Giorgio Darmanin e Massimo Tassi, amici e collaboratori che lo accompagnano da sempre.
“Sono solo canzonette” è il ritratto di un artista che ha fatto della sua indipendenza la chiave del successo, precursore e innovatore di un modo di fare musica che ancora oggi resta unico e inimitabile.