Luisa Ranieri, Lolita Lobosco donna contemporanea

Luisa Ranieri, Lolita Lobosco donna contemporanea

“Vive con sana fierezza la sua femminilità, non finge di essere un uomo per avere rispetto, è priva di retropensieri. Ho scelto di accettare di interpretare questo ruolo perché è una figura moderna, proiettata nell’attualità, diversa dai personaggi più storici, che hanno caratterizzato una parte della mia carriera (da Luisa Spagnoli a Terra Promessa).

Lolita Lobosco si è fatta strada da sola è autorevole e diciamolo brava, ma anche dotata di grande ironia. Pur se del Sud, non è un’idea di come le donne erano o dovrebbero essere. Il racconto mi ha rapito subito: le sue indagini fatte da un tacco 12 raccontano un femminile che non ha bisogno di assomigliare al maschile per essere autorevole. Anche il rapporto con la sua famiglia è importante Incontra l’universo maschile, è vicequestore del commissariato di polizia a Bari, sua città natale dov’è appena tornata per sua scelta dopo un lungo periodo di lavoro nel Nord”. Luisa Ranieri è entusiasta della serie Le indagini di Lolita Lobosco, su Rai 1 dal 21 febbraio, in 4 prime serate, per la regia di Luca Miniero, mescola giallo con commedia, che vede nel cast tra gli altri Lunetta Savino nel ruolo di Nunzia la madre di Lolita e Filippo Scicchitano in quello di Danilo giovane e bellissimo giornalista che avrà una liaison con la protagonista nella fiction, una serie liberamente tratta dai romanzi di Gabriella Genisi (editi da Sonzogno), uno produzioni Bibi Tv e Zocotoco  (casa di produzione fondata dal marito Luca Zingaretti). Considera “un punto di svolta” Le indagini di Lolita Lobosco: “con autorevolezza comanda la sua squadra ma è molto simpatica. E’ una single convinta, è una scelta consapevole. Tutti le fanno sempre la stessa domanda: ‘Come mai non ha figli?’ Li guarda sgomenta. Diventare madre deve essere una scelta, non bisogna sentirsi in dovere perché la società te lo impone, Lolita viene da una famiglia matriarcale è circondata da donne”. Fa notare Lunetta Savino: “La famiglia di Lolita è molto al femminile. Richiama un Sud apparentemente arcaico, è invece anche Nunzia è forte e resiliente. Supporta entrambe le figlie. E’ molto orgogliosa di Lolita, ma non mancano i classici contrasti fra madre e figlia. Pur essendo una donna semplice, Nunzia è attenta al mondo che cambia. Questo è tipico di Bari, e della mia Puglia.”. Prosegue Ranieri napoletana doc che sfoggia un accento barese: “abbiamo ingentilito il dialetto, cercando un linguaggio comprensibile a tutti e musicale”. Quindi rileva: “Il lavoro di ispettore non è stato limitante nella storia. Lolita avrebbe potuto essere anche un chirurgo. Le indagini sono sullo sfondo, il romanzo e la serie raccontano il personaggio, i suoi rapporti”. È interessante osservare come viva la dimensione di donna single, serena di esserlo, felice di mettere i suoi tacchi, come se portasse le scarpe da ginnastica, di vestirsi senza mortificare la sua femminilità. Allo stesso tempo ha una dote investigativa innata. Non ha mai avuto una storia importante. Lolita trova delle scuse per non impegnarsi: il lavoro, i difetti del partner, il desiderio di indipendenza. Incontra anche un giornalista più giovane Danilo che ha trent’anni (Filippo Scicchitano) e nasce una liaison più giovane di lei. Non racconto tutta la storia.”. E a tale proposito rileva: “Non mi piace la definizione toy boy, sono contro il pregiudizio, penso “Così come gli uomini si mettono con le donne più giovani, così le donne possono frequentare i ragazzi”.Le anime si incontrano a prescindere dall’età. Il pregiudizio resta solo nell’ignoranza. Così come gli uomini si mettono con donne più giovani, lo stesso possono fare le donne”. Per Lolita Lobosco sono stati scelti i romanzi di Gabriella Genisi, da alcuni definita la “Camilleri di Puglia”. Lei vede delle similitudini? “Con tutto il grandissimo rispetto per Camilleri, semplificare è cosa assai ardua. Lolita è una donna di oggi, Montalbano è quasi metafisico, appartenente a un mondo a parte, che non si può replicare, quasi fuori dal tempo, si muove in località quasi vuote. Un prodotto che ha conquistato in certi periodi il 40 per cento di share ed è amato e venduto in tutto il mondo, detto questo lo considero un onore”.“I miei romanzi – sottolinea l’autrice Genisi – nascono dopo aver letto Camilleri. In realtà Lolita, che è un personaggio forte, mette in luce il vuoto dei personaggi femminili” chiarisce Gabriella Genisi, “c’erano le donne ma erano solo ispettrici. L’ho creato non per emulare ma per riempire questo vuoto”.Riguardo al rapporto romanzo-fiction: “Penso che i libri e i romanzi si prestino bene alla fiction perchè contengono personaggi che vale la pena raccontare in modo approfondito. E’ soprattutto una donna che ricopre una figura apicale in polizia”. Quanta strada a suo parere c’è da fare ancora? “Non bisogna abbassare la guardia mai- sottolinea Ranieri -. Piano piano si arriverà alla parità, dipende da anche da noi, guardare alle nuove generazioni, dai messaggi che mandiamo. Le scelte quotidiane contano”. Per la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati “le donne non sono più quelle di una volta, e in molti mestieri non hanno più bisogno di tutele maschili.

Lei ha già indossato però la divisa in altri progetti? “Sono stata un’agente in La omicidi- risponde Ranieri – , e  un maresciallo in Il giudice meschino”. Luisa Ranieri è stata scelta da Paolo Sorrentino nel nuovo film “E’ stata la Mano di Dio”. “Su questo silenzio assoluto, ho una clausola nel contratto”. Ma Maradona, lei è napoletana, è morto quest’anno lo ricorderà anche se era una bambina. “Non sono mai stata tifosa, ovviamente avevo credo 14 anni, ricordo quel periodo: ha dato moltissimo, come si fa a dimenticare la luce”. Ranieri sarà anche la voce della madre della nuova eroina Disney in uscita a a Marzo “Raya e il Drago”.

Nicoletta Tamberlich, ANSA

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