Dal Piper al Gilda: la capitale “by night”
Dalla metà degli anni ’60, in piena “Dolce Vita” felliniana, dopo l’apertura del mitico Piper Club in Via Tagliamento, Roma diventa la capitale indiscussa del divertimento italiano. Negli anni ’70, poi, aprono discoteche leggendarie come il Jackie’O, il Mais ed il Much More e club gay, come l’Alibi e l’Easy Going, mentre gli anni ’80 sono quelli dell’Histeria e del Gilda, ma anche di molti altri club, come l’Open Gate e le Stelle.
Luoghi e storie ripercorsi dal documentario “Roma Caput Disco”, in onda in prima visione martedì 18 gennaio alle 22.50 su Rai5. Il doc è il punto di arrivo di un lavoro iniziato nel 2010 e si ispira al libro “I Love The Nightlife” dei due dj romani Corrado Rizza e Marco Trani. Dopo la scomparsa del dj Marco Trani nel 2013, Corrado Rizza ha lasciato il lavoro nel cassetto per molto tempo, per completarlo oggi.
Il docufilm – con la voce narrante di Pino Insegno – racconta la nascita delle discoteche a Roma e l’evoluzione della professione del disc jockey, che oggi ha raggiunto la sua massima visibilità mediatica consacrando alcuni dj a livello di vere e proprie pop star.
Obiettivo, inoltre, su alcuni artisti italiani, oggi famosi in vari settori, che hanno iniziato la loro carriera, facendo proprio il disc jockey, come Renzo Arbore, Roberto D’Agostino, Jovanotti e Fiorello. Attraverso interviste esclusive, filmati vintage, spezzoni di film e foto rarissime, emerge una Roma glamour capace di reggere il confronto con città come New York, Parigi e Londra. Anni in cui Roma è stata invasa dalle star dello spettacolo, ma anche dai personaggi della politica e del jet set internazionale, vivendo così una sua seconda “Dolce Vita”, svanita dopo l’avvento dell’inchiesta giudiziaria Mani Pulite.