(Tiziano Rapanà) Si esaurirà il fenomeno televisivo della gara culinaria? Spero di sì. Purtroppo la competizione gastronomica imperversa ancora nei palinsesti delle reti. E in particolar modo su Cielo, che campa delle varie modificazioni di MasterChef. Master pasticcere di Francia rappresenta una variazione dolciaria a questa terrificante reiterazione. Una diversificazione non lontana dal solito iter, perché si tratta della solita bolgia di tensione e stress dei vari concorrenti, che affannosamente costruiscono le proprie pietanze nel tempo prestabilito. Insomma si rimette in scena la rappresentazione del culto della competizione cara ai talent show Amici e X Factor. E la si rimette in un contesto – rigorosamente made in France – portatore insano di un’aurea d’insopportabile alterigia, che rende il tutto un capolavoro di rara antipatia. Un capolavoro riuscitissimo per via dell’ottimo casting che ha selezionato i candidati più indisponenti e per via dell’onnipresenza disturbante della narrazione fuori campo… la faccio breve: Master Pasticcere è sostanzialmente un disastro integrale.
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