Chadia Rodriguez: «Non sono una bad girl e il mio sogno proibito è Marracash»

Chadia Rodriguez: «Non sono una bad girl e il mio sogno proibito è Marracash»

Chadia Rodriguez non è solo una delle artiste più famose della scena trap italiana, ma anche una giovane donna di 23 anni di una spontaneità e di un entusiasmo incontenibile. E non solo per la sua disarmante sincerità nel raccontare con quale cantante avrebbe volentieri una liason (spoiler: è il king del rap italiano) o nel confessare la sua paura di rimanere sola, il desiderio di diventare mamma, il rimpianto di non aver finito la scuola. Ma anche perché – che le si voglia bene o male o qualsiasi sia stata la sua vita presente o passata – lei non ha paura di essere ciò che è. E in fondo un po’ è testimone di quella rimpianta irriverenza beata di chi ha da poco passato i 20 anni («23 anni e pochi giorni», precisa, «e pure se Wikipedia indica il 7 novembre come data di nascita io sono nata il 6».) 

In fondo, se hai un nuovo singolo orecchiabilissimo come Tutt* stran* in release, se conduci un talk show come Sex, Lies, Chadia su Discovery+ che parla di sesso e dintorni in maniera fresca e interessante e se hai pure un libro in cantiere, in fondo quell’io speriamo che me la cavo un po’ l’hai già realizzato. E nel periplo che dalle sue origini l’hanno vista nascere ad Almerìa e poi vivere a Torino e dai 19 anni a Milano, collaborando con Big Fish e Jake La Furia, Chadia Rodriguez qualche passo di cui essere felice lei, come ci racconta, l’ha già ampiamente compiuto. 

Partiamo dal suo singolo, Tutt* stran*. Cosa racconta?
«É un inno alla libertà di espressione e di parola. Ci dicono che ne abbiamo tanta e appena ci spingiamo un po’ di più, ci dicono che stiamo sbagliando qualcosa».

Dice «vorrei amarmi come mi va». Perché, è mai accaduto il contrario?
«Sì, ma perché magari lui non mi voleva (ride)». 

Accade anche a una tosta e bella come lei di non sentirsi ok o accettata?
«Ma certo che sì!  Da piccola, ad esempio, non mi piacevano i miei denti. Crescendo ho imparato ad accettarmi, ma non è che mi senta sempre al top. Poi però mi dico che prima o poi troverò qualcuno che mi apprezzerà per quella che sono».

Non ha ancora trovato quel “qualcuno”?
«Non ancora. Ci sono le mie amiche, la mia famiglia e voglio concentrarmi su me stessa e sui miei fans». 

Cosa si rimprovera?
«Di essere un po’ pazza a volte. Mi sarebbe piaciuto essere una ragazzina più normale, con la possibilità di studiare e di scoprire il mondo con le giuste tappe».

Tappe che oggi sempre più spesso saltano un po’ per tutti, all’eta sua e in questa generazione in particolar modo. Parla di «latin lover che non sanno fare l’amore».
«Beh sì, è tutto più veloce nei sentimenti e nella scoperta, oggi. Nel 2021 la parola amore è diventata talmente utilizzata da diventare scontata. Pensa a quanti ragazzini dopo due settimane si amano alla follia e alla terza già si lasciano. Non c’è un vero interesse a conoscere le persone. Capita che peschino su Instagram in base a ciò che piacerebbe a loro stessi e basta. Non si curano di cercare l’essenza oltre a un amplesso facile, di mantenere qualcosa che duri di più. Ciò che davvero oggi manca nella relazioni sono la pazienza, la voglia di andare in profondità e il dialogo». 

Dialogo che sta anche alla base del rapporto amoroso e del sesso, come racconta nel tuo talk in onda su Discovery+ Sex, lies, Chadia
«Assolutamente. Come anche è importantissimo riuscire realmente a dialogare con sè stessi. Come fai a dire agli altri cosa ti piace se tu per prima non lo sai?». 

E cosa di lei in ambito sessuale?
«Che a letto mi piace comandare, ad esempio». 

La prima puntata di Sex, lies, Chadia è dedicata a un profonda conoscenza fisica di se stessi, con la masturbazione. Come è avvenuta per lei la scoperta?
«Avevo 13 anni, avevo qualcosa in mezzo alle gambe che pulsava, un piacere che andava soddisfatto. Ero da sola in camera, chiusa a chiave, ed è stato molto intenso riuscire a capire che potevo avere qualcosa di più da me stessa. Poi è avvenuta la mia seconda prima volta, a 14 anni con un ragazzo impacciato: è stato stranissimo e alla fine abbiamo preferito guardare la tele».

Cosa è off limits nel sesso per lei?
«Il sesso anale. Lo farò quando avrò un bellissimo anello al dito, solo a mio marito. Sono una romanticona in fondo, eh?»

Fantasia sessuale ricorrente?
«Farlo nei posti più strani. Io a 16 anni l’ho fatto nel parco dietro casa mia, mentre facevamo un picnic. E poi, classico: farlo con due donne. Mi è già capitato di fare sesso a tre con due donne e penso che in generale l’unico limite non valicabile delle fantasie è che nella realtà sia imprescindibile il consenso di entrambi». 

E con chi realizzerebbe questo desiderio sessuale, se potesse scegliere un’artista?
«Con Rosalìa e il suo fidanzato oppure con Emis Killa. Ma ti confesso che il mio vero sogno nel cassetto è Marracash».

Le è mai capitato di fingere?
«Sì. Ma le bugie più grandi le ho dette a me stessa, per sentirmi amata e voluta e questo mi ha fatto molto soffrire da piccola. Credo sia diverso per noi e per gli uomini. Loro se hanno voglia, gli viene duro e vengono. Per le donne non basta un po’ di lubrificante per aggiustare la situazione, stare bene per noi donne è una cosa più delicata e complessa».

In passato ha inviato foto del suo lato b, come canta in Bitch 2.0. Farebbe mai un porno e cosa ne pensa del sesso online?
«Sì, è successo. Un porno oggi non lo farei, anche se me lo hanno chiesto qualche volta. Quanto al sesso online è certamente più semplice che farlo dal vivo di questi tempi. E anche se io preferisco i rapporti in presenza a quelli virtuali, ammetto che il sesso virtuale ha aiutato molto le relazioni a distanza o anche chi aveva problemi di insicurezza». 

Che ne pensa di chi si si oppone alla libertà di espressione sessuale? 
«Che spesso insulta chi non è libero davvero, perché vorrebbe esserlo di più. Io sono per il “goditi la vita e fai ciò che vuoi, nel rispetto altrui”. E questo mi piacerebbe che in generale la gente pensasse, piuttosto che puntare il dito contro gli altri. Però, sai, spesso odiare è più semplice che guardarsi allo specchio». 

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