Ghemon e Malika Ayane hanno dimostrato che una canzone può vivere benissimo una seconda vita

Ghemon e Malika Ayane hanno dimostrato che una canzone può vivere benissimo una seconda vita

Ghemon ha deciso di ridare nuova vita a “Inguaribile e romantico”, singolo presente nel suo ultimo album “Scritto nelle stelle”. Per rileggere il brano, che racconta un amore maturo, il cantante ha chiesto a Malika Ayane di duettare con lui: “Ho trovato una persona che oltre ad arricchire il brano l’ha capito, perché è un’adulta e sa come funzionano le relazioni”.

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Scritto nelle stelle” di Ghemon è senza dubbio una delle cose migliori che sia uscita in Italia in questo 2020. Come tutti gli album usciti durante la pandemia, però, il cantante non ha potuto promuoverlo come avrebbe voluto, in giro per l’Italia e soprattutto cantandolo sui palchi, quindi le canzoni che lo compongono hanno potuto viaggiare tra i fan “solo” sui formati fisici e quelli più eteri delle piattaforme di streaming,

Ottenendo, però, il riconoscimento che meritava. Ma se paradossalmente un album, soprattutto ai giorni d’oggi, dura meno di quanto durava qualche anno fa, da un’altra parte ha la possibilità di modificarsi e rinascere, moderna fenice, anche dopo un po’ di tempo. Il caso dei repack ne è un esempio, ma un altro è quello di riscoprire delle perle e riproporle, non solo come singoli, ma riletti con una nuova chiave. È il caso di “Inguaribile e romantico”, uno dei pezzi più toccanti dell’album di Ghemon, che ha deciso di pubblicarne una versione inedita che lo vede duettare con Malika Ayane. Due dei fenomeni – per sensibilità, bravura, capacità di scrittura, sguardo al futuro, coraggio – della musica italiana contemporanea, che si sono uniti per raccontare questa lettera di chi si trova a vivere non il momento dell’innamoramento o della fine dell’amore (come spesso siamo abituati a sentire), ma le peripezie, la dolcezza e la bellezza di una storia d’amore matura.

La bellezza di “Inguaribile e romantico” come ha detto bene Malika Ayane, è che è il racconto di un amore maturo, una cosa che solitamente attira meno della scintilla dell’amore. Come hai pensato a lei per darle nuova vita?

È esattamente quello, la chiave è là. Nel momento in cui ho scelto di dare una vita diversa al brano, l’idea è venuta pensando a lei. Ho riascoltato la canzone per caso e ricordo precisamente sia quando l’ho scritta, che quando ho avuto questo pensiero: stavo andando in palestra, era agosto, Milano era vuota, ho riascoltato il brano, cosa che non capitava da un po’, e ho pensato alla voce di Malika. Avevo dei colori nella voce che pensavo si sposassero con la sua, quindi non ho fatto nient’altro che prendere il cellulare e chiamarla: non posso dire che prima io e Malika ci sentissimo tutti i giorni, poteva essere un messaggio ogni tot mesi e ho trovato una persona che oltre ad arricchire il brano l’ha capito, perché è un’adulta e sa come funzionano le relazioni. Anche nel suo ultimo disco ha raccontato di questo, volevo raccontare le faccende di un amore maturo che passano per un sacco di cose, per la sopportazione, per l’andare avanti, per il perdono…

Hai detto di averla riascoltata per caso: solitamente gli artisti raccontano di riascoltarle per prepararle per un tour etc, a te come è successo?

È proprio così, solitamente non le riascolto perché, mentre le si scrivono, si registrano, si fanno i provini, le si aggiustano, le si riarrangiano, le si mixano e rimasterizzano, l’ascolto è ossessivo. Io, poi, sono uno molto preciso, per me è quasi come fare il test dell’automobile: devo fare il test per le persone che se le ascolteranno nei mesi a seguire, devo capire se stanca, se c’è qualcosa che non mi torna e poi devo lasciarle agli altri, le abbandono per un po’, fino a che a un certo punto non le ho quasi dimenticate. L’ho riascoltata veramente per caso, mi è venuto in mente che non l’ascoltavo da un po’, tranne averla fatta dal vivo e l’ho messa da Spotify. Sai, quando usavamo iTunes io non avevo mai i miei dischi sul telefono, ma non per poco amor proprio, succede una volta all’anno che riascolto i lavori precedenti, e lo faccio per capire dov’ero e dove sono arrivato.

Che sensazione ti dà ascoltare quelli più vecchi?

Ci sono delle cose che mi fanno venire il sorriso, altre che mi fanno arrabbiare perché ovviamente sono un’altra persona e sono un altro artista, quindi le avrei fatte in un altro modo o con più cura, e delle altre cose che, devo dirti la verità, alcune volte mi fanno venire la lacrimuccia, mi dico “Cavolo, questa cosa era giusta, compiuta, quando c’è un passaggio che ha resistito al tempo, mi emoziono”.

Hai anche detto che ricordi precisamente non solo il momento in cui hai pensato di chiamare Malika, ma anche quando l’hai scritta. Come e dove è nata questa canzone?

Guarda, ricordo che stavo andando in studio da Antonio Filippelli, la persona che ha composto il brano nonché produttore – ha prodotto anche “Adesso” di Diodato e di Roy Paci – e in realtà se non ricordo male era la prima volta che ci mettevamo a lavorare su un brano, tra l’altro eravamo negli studi di Eros Ramazzotti. Ci arrivai con un bel carico emotivo da casa, sai, era una di quelle giornate in cui sei tutto storto, non mi andava bene niente, non mi sopportavo, mi stavo domandando come la persona che amo, la mia fidanzata, riuscisse a guardare oltre a mattine come quella, perché ero malinconico, nervoso, non mi andava bene niente, era un momento di fragilità. Quindi mi sono seduto e ho pensato che dovevo raccontare quello, dovevo raccontare quella cosa lì. È stato il primo pezzo fatto per “Scritto nelle stelle” e l’ho chiuso in due ore, cosa che non succede con tutti i brani – successe anche per “Rose viola” -, ma ci sono altri pezzi del disco che hanno richiesto più tempo per essere lavorati. Quella però era una confessione, una lettera, quindi mi sono seduto lì e l’ho scritta esattamente come è venuta.

Con Malika, invece, come avete lavorato sulla parte vocale? 

Abbiamo lavorato in studio, insieme, avevamo fatto un po’ di passaggi diversi, prima lei che ha cantato il brano per intero un paio di volte, poi l’abbiamo cantato insieme, con due microfoni nella stessa stanza, per catturare l’emozione e poi abbiamo scelto che ci piaceva di più il gioco di alternanza e sovrapposizioni che è uscito fuori.

Hai pensato di rimettere mano anche al testo?

Come dice bene Malika nella nota stampa non ho voluto toccare il testo perché ne ero contento così, era proprio una rappresentazione fedele di come ero, ma anche Malika se lo sentiva, lei lo dice, è un pezzo che avrebbe potuto cantare lei, che la riguarda, quindi non ci è proprio venuto il pensiero di andare a toccare quella sensazione.

Questa cosa mi fa pensare, però, come ormai – visti anche i canali e i tempi di distribuzione – la canzone sia diventata ancora più facilmente qualcosa di aggiornabile perennemente: riarrangiandola, riscrivendola, duettandola, allungandone la vita.

Sì, è una bella opportunità, se tutto quello che ha attorno la musica e la rende fruibile e si è aggiornata, rendendola più veloce, anche la musica si doveva dare una mossa, quindi se queste cose si possono fare si fanno, per me è una cosa molto divertente. Ho anche pensato che sarebbe divertente rifare un disco daccapo, tipo due anni dopo, perché sei un’altra persona. Tra l’altro con questo pezzo ho potuto farlo poco, ma i brani, tramite i concerti, prendono una vita e non li ricanti mai come quando li hai registrati, quindi a volte sarebbe sano rifare il disco per intero.

Questa rilettura resterà un caso unico o succederà qualche altra cosa per “Scritto nelle stelle”?

No, per ora l’ho pensato come momento unico, anche perché intanto ho cominciato a muovermi in avanti, sto cercando di capire cosa farò tra maggio e giugno del 2023. Volevo riaccendere una luce su questo brano, sul disco, anche se penso che non ce l’abbia una scadenza. Credo che succederanno delle cose in futuro che riaccenderanno qualcosa, questo disco è lì. Faccio un esempio molto semplice: una fortuna dovuta a Rose Viola, visto che Sanremo era un faro, è che avevo cinque dischi e una valanga di altre cose – tra cui un libro – che si potevano scoprire, quindi sono certo che questo brano farà quello che spero, so che non è un disco che scade ma, anzi, in futuro ci saranno cose che riaccendono la luce e sarà musica nuova per qualcuno, comunque.

Giulia (la fidanzata, ndr) cosa ha detto quando l’ha sentita?

Ha pianto.

E quando le hai detto che l’avresti rifatta con Malika?

Beh, ha subito detto che secondo lei era un’idea azzeccata, nel senso che se senti i nostri due timbri vocali effettivamente sono molto vicini. Mi ha detto: ‘Ora che ci penso, effettivamente, sembra che le vostre due voci su questo brano possano stare veramente insieme’ e poi è quello che in realtà è quello che hanno detto tutti.

I lockdown come li hai vissuti?

Il primo è stato veramente strano, perché ho fatto uscire un disco e lavorandoci a distanza, ho festeggiato un compleanno e sono uscito con un sacco di voglia di fare cose. Potevo uscirne più abbattuto, perché prepari un lavoro come questo per più di un anno e poi il destino te lo manda da un altro lato. Questo secondo lo sto prendendo giorno per giorno con la stessa attitudine, che questa non è una cosa per sempre e che mi devo focalizzare sui dettagli degli strilli, delle urla, delle news ogni due secondi, perché non sarà per sempre così. Devo guardare un po’ oltre, per questo ti dicevo che guardavo al 2023, mi stavo proiettando un po’ in avanti, piuttosto che pensare al me di adesso, sto lavorando sul me di dopo.

In che modo sta impattando nella fase creativa?

Sto facendo un sacco di cose che sono molto lontane da un racconto malinconico, perché non ne ho voglia, già tutto intorno a me è molto malinconico, quindi sto raccontando tutto il resto: il tenore è molto alto e lavorare sulle canzoni mi permette di raccontare qualcosa che non ho attorno ma vorrei succedesse, il racconto di un sogno a occhi aperti, una speranza, per questo le cose che sto facendo sono molto cariche di cose col segno più.

Non posso non fartela: dopo Malika facciamo un duetto con Neffa?

Beh, quando vuole lui, diciamo che ci sentiamo spesso, siamo in ottimi rapporti, quindi quando vuole.

Francesco Raiola, Music.fanpage.it

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