Diritti tv Serie A. Dopo quella giocata con la Svezia, l’Italia si appresta a disputare un’altra partita importante per il proprio futuro, quella dei diritti tv. L’obiettivo, per il calcio italiano, è quello di incassare poco meno di un miliardo dalla vendita dei diritti per i campionati 2018–2021. Inquest’ottica Infront, l’advisor della Lega Calcio, ha deciso di presentare il 27 novembre il nuovo bando, dopo l’annullamento dell’ultima asta lo scorso giugno.
Tuttavia, contemporaneamente, si lavora anche ad un piano B: un canale a pagamento della Lega, sul modello Nba da sempre consigliato da Aurelio De Laurentiis. Sì, perché anche quest’asta rischia di risolversi, come la precedente, con un nulla di fatto, visto che come allora non si sono ancora chiariti i destini di Mediaset Premium.
Diritti tv Serie A, come cambia il nuovo bando
Dietro le quinte la piattaforma starebbe cercando ancora un accordo con il gruppo Vivendi (è in corso una causa civile per la mancata acquisizione da parte dei francesi), ma l’idea sarebbe comunque quella di un’uscita dal business del calcio, dopo aver accumulato un passivo, tra debiti e fondi per rilanciare il canale, di 375 milioni. Lo scorso giugno Premium non presentò un’offerta perché considerava poco appetibile dal punto di vista commerciale il pacchetto per il digitale terrestre, che garantiva i diritti per le trasmissioni delle prime quattro squadre (Juve, Milan, Inter e Napoli, pari a poco meno del 70% del bacino dei tifosi italiani) e delle tre neopromosse.
Proprio per venire incontro alle esigenze di Mediaset, o per farla uscire allo scoperto, Luigi De Siervo, AD di Infront, ha deciso di apportare alcune modifiche al bando che verrà presentato a novembre. Esso rimarrà sostanzialmente identico a quello di giugno, ma il pacchetto per il digitale terrestre verrà modificato con l’inserimento – accanto a Milan, Inter, Juventus e Napoli – dei diritti per le partite di 3/4 squadre di centro classifica, per ricreare in parte l’offerta che Mediaset Premium propone ora al proprio pubblico.
Diritti tv Serie A, al lavoro per il canale di Lega
Parallelamente però prosegue l’ipotesi B, la creazione di un “Lega Channel”, come prevede la legge Melandri in caso di fallimento nella vendita pubblica dei diritti. Il progetto, curato da Infront e Deloitte, sta prendendo sempre più corpo. La prossima settimana De Siervo incontrerà le banche che potrebbero fare da partner finanziari della pay tv e anticipare il miliardo di euro promesso alle società: tra le altre, si sarebbero dette interessate Intesa Sanpaolo, Merrill Lynch e Jp Morgan. Smentito invece un ruolo in questa partita dell’ex AD di Infront, Marco Bogarelli.
Sul versante dei contenuti confermato che il partner tecnico sarà il gruppo Discovery, che in questa veste sceglierà sia il direttore sia la redazione, prendendo collaboratori da Sky e Mediaset Premium. Sul versante finanziario e industriale si è saputo che il canale della Lega, trasmesso su tutte le piattaforme esistenti (innanzitutto Sky sul satellite e Premium sul digitale), chiederà alle due pay un minimo garantito in base ai loro abbonati.
È stato stabilito anche il modo nel quale dividere gli introiti degli abbonamenti: al netto dell’Iva, il 15% andrà alla piattaforma come fee per le spese di trasmissione, il 17,3 andrà a Infront, mentre il restante sarà incassato in parti uguali dalla Lega Calcio, da Discovery e dal socio bancario, editori del canale. Ora c’è da capire se Sky e Mediaset saranno d’accordo.
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