Improvviso e spiazzante, alle cinque della sera di un agosto umido e un po’ così, è arrivato il messaggio rivolto a tutti i naviganti del web e vergato sulla sua bacheca di Facebook: «Stringendo i denti sono riuscito a portare a termine il concerto di Marotta. Adesso non mi è più possibile proseguire. Motivi di salute mi impediscono di essere a Montalto Uffugo per il prossimo concerto. Spero di recuperare al più presto. Vi abbraccio, dispiaciuto e preoccupato».
Firmato: Enrico Ruggeri. Un fulmine a ciel sereno piovuto sulla cittadella della musica, mondo nel quale si alimentano gelosie e rivalità anche feroci ma che si stringe in un comune afflato quando uno dei suoi componenti va incontro a drammi o a seri problemi di salute come sembrano essere quelli che hanno frenato e costretto a un pit-stop il frontman dei Decibel.
Ruggeri era atteso ieri sera a Montalto, in provincia di Cosenza: il calendario del tour estivo prevedeva tredici appuntamenti, tutti a ingresso gratuito (tranne quello di Biasca del 31 agosto, in Svizzera), alcuni in compagnia del suo gruppo storico dei Decibel e altri come solista. Al momento non è chiaro se sarà stralciata solo una parte del tour o la totalità degli spettacoli ma le ultime parole del messaggio («Vi abbraccio, dispiaciuto e preoccupato») aprono dubbi e interrogativi. Il riserbo è calato sulle condizioni fisiche di Ruggeri. Il telefonino tace.
Al momento si sa soltanto che sta facendo esami medici approfonditi e chi gli sta vicino lo descrive molto in ansia. Colleghi dello show-business sono preoccupati per Ruggeri e, letto l’annuncio, è partito un giro di sms e di WhatsApp per saperne di più. Amici e familiari tacciono mentre dall’entourage si fa sapere che ad aver costretto l’artista allo stop è un problema alla gola.
Il 2018 ci ha regalato pochi ma significativi incontri con Enrico: al Festival di Sanremo avevamo pranzato in riva al mare parlando del grande ritorno con gli amatissimi Decibel («È la band della mia giovinezza, dei miei inizi, tutti ritorniamo alle nostre origini prima o poi», raccontò lisciandosi il giubbetto di pelle che lo faceva molto più rocker di quanto fosse) e del brano Lettera dal Duca, dedicato a David Bowie («quando scrivi una canzone che ricordi l’immensità del Duca Bianco, sei assalito dal timore di non esserne all’ altezza, spero di esserci riuscito», confidò con l’ umiltà del grande autore).
Spirito libero, aveva poi fatto parlare di sè per un tweet ironico: «A cena con mia figlia. Arriva il tipo delle rose, Adidas in tinta con la camicia. Insiste 3/4 minuti e dice che ha fame. Cedo. Pago con 50+20+20+10 centesimi. “Non voglio spiccioli” e se ne va. Gli chiedo scusa, non volevo che qualcuno mi desse del razzista». Tweet che ha generato rispostacce sul web e accuse di beceri naviganti. Poi, le strade del giornalista e dell’ artista si sono divise sino a giugno.
A Igea Marina, il comune amico Dodi Battaglia ha organizzato una festa-concerto per i 50 anni di carriera. Enrico, come altri musicisti, ha presenziato. Non fermandosi al consueto alter-show per filare via, nella notte. Poi, l’ annuncio choc di Ferragosto che ha lasciato fan e amici con il fiato sospeso. Ti aspettiamo, Enrico. Sul palco.
Riccardo Stella, Libero Quotidiano