“Lo stile che ha adottato è uno stile di inclusione, verso tutte le categorie umane, abbraccia le preoccupazioni reali della gente e per questo trova anche delle difficoltà perché non tutti vedono il ruolo della Chiesa in questa maniera”. A parlare così del Pontefice, alla vigilia del suo viaggio in Colombia (6-11 settembre), è mons. Silvano Tomasi, del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, già nunzio apostolico e osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, a Rai Vaticano, nello speciale “Francesco, il Papa delle periferie”. Il programma, a cura di Massimo Milone, andrà in onda su Rai Uno venerdì 25 agosto alle 24 (replica su Rai Storia, domenica 27 agosto, ore 12 e, per l’estero, sui canali di Rai Italia), firmato da Filippo Di Giacomo. Favelas, bidonvilles, slums, baraccopoli: agglomerati di case senza luce, senza acqua, senza fogne, senza strade; queste le “periferie” dalle quali fuggono le centinaia di migliaia di immigrati che sfidano deserti e mari per cercare una vita migliore.
“Papa Francesco – spiega mons. Sanchez Sorondo, argentino e cancelliere della Pontificia Accademia per le Scienze – chiede attenzione alla giustizia sociale quando incontra i potenti. Perché la Chiesa ha l’obbligo di chiedere giustizia per quanti soffrono e rischiano di finire immigrati, poveri, schiavi”. Ma le periferie oggi sono anche al centro della nostra Europa che ha perso il primato dello sviluppo integrale dell’uomo e fatica ad aprirsi a tutti coloro che bussano alle sue porte. “Oggi la periferia del cattolicesimo sembra l’Europa – le parole di Massimo Franco, giornalista e scrittore – perché l’America Latina che era terra di missione diventa una terra che manda i missionari in Europa per ri-evangelizzare un’Europa che ha perso la bussola del cristianesimo. In questo senso la figura di Papa Francesco appare una grande opportunità”.
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