Prima un video diffuso a caldo, una reazione di rabbia che suonava come una minaccia. Poi il parziale passo indietro, la rettifica, il chiarimento e un appello a restare umani. Se Fran Drescher, presidente del sindacato SAG-AFTRA, è certamente la grande protagonista dello sciopero degli attori che sta paralizzando Hollywood, al suo fianco emerge sempre più Ron Perlman, attore 73enne famoso per essere stato l’Hellboy di Guillermo del Toro.
Prima un video diffuso a caldo, una reazione di rabbia che suonava come una minaccia. Poi il parziale passo indietro, la rettifica, il chiarimento e un appello a restare umani. Se Fran Drescher, presidente del sindacato SAG-AFTRA, è certamente la grande protagonista dello sciopero degli attori che sta paralizzando Hollywood, al suo fianco emerge sempre più Ron Perlman, attore 73enne famoso per essere stato l’Hellboy di Guillermo del Toro.
In alcuni video sui social, Perlman è tornato a spiegare la sua posizione senza fare passi indietro: “Quando stamattina c’è stato l’annuncio dello sciopero – ha detto – sono andato in live su Instagram per fornire un retroscena della mia esperienza come membro del sindacato e fornire alcune reazioni agli attuali eventi. A seguito di questo, ci sono state tante reazioni, principalmente perché a un certo punto, lo ammetto, mi sono scaldato un po’ troppo nel parlare di una frase pronunciata da qualcuno tra i produttori dall’altro lato della barricata che parlava di come non intendessero nemmeno negoziare finché autori e attori non avessero iniziato a perdere le loro case e i loro appartamenti”.
In alcuni video sui social, Perlman è tornato a spiegare la sua posizione senza fare passi indietro: “Quando stamattina c’è stato l’annuncio dello sciopero – ha detto – sono andato in live su Instagram per fornire un retroscena della mia esperienza come membro del sindacato e fornire alcune reazioni agli attuali eventi. A seguito di questo, ci sono state tante reazioni, principalmente perché a un certo punto, lo ammetto, mi sono scaldato un po’ troppo nel parlare di una frase pronunciata da qualcuno tra i produttori dall’altro lato della barricata che parlava di come non intendessero nemmeno negoziare finché autori e attori non avessero iniziato a perdere le loro case e i loro appartamenti”.
Perlman ha dunque incoraggiato la AMPTP (Alliance of Motion Picture and Television Producers, la corporazione dei produttori televisivi e cinematografici) a “mantenere un certo grado di umanità” nel proseguire le trattative: “Non può girare tutto attorno alla vostra Porsche al prezzo delle vostre azioni. Ci deve essere dignità se ci mettiamo davanti a uno specchio e riflettiamo le esperienze umane, che è ciò che facciamo come attori e sceneggiatori. E non riguarda solo noi ma anche autisti, operatori di macchina, costumisti, truccatori, hair stylist, elettricisti, scenografi. Volete che anche loro perdano le loro case? È ciò che cercate? Semplicemente spezzare tutti? Che tristezza”. E ancora: “Non ho mai fatto nessun nome e non voglio che nessuno si faccia male, ma basta con le ca***te, ok? Perché tutto quello che farete è uccidere ciò che c’è di bello in questo Paese mettendo un prezzo a tutto. Lo sciopero è per questo, per la dignità umana, è di questo che si occupano i sindacati”.