La cantante, al debutto col nuovo singolo, racconta l’amore che non c’è e non manca («Voglio trovare in me la fonte di felicità), gli ex con cui si può essere anche «amici» («il primo era troppo geloso, con l’ultimo c’è un buon rapporto») e il cappello che non serve (quasi) più
Una sagoma (femminile) fatta solo di puntini, di quelli che da bambini si fa a gara a unire nelle riviste di enigmistica. Qui, a dargli una continuità è invece una figura maschile. Che alla fine sparisce. E Francesca Michielin, 21 anni, si ritrova in una bolla di sapone.
È il video del nuovo singolo Un cuore in due che come e più degli altri è autobiografico e racconta molto della cantante, reduce da un anno impegnativo (e ricco di soddisfazioni): il primo Sanremo concluso da seconda con Nessun grado di separazione e l’esperienza di aver rappresentato l’Italiaall’Eurovision Song Contest, cinque anni dopo la vittoria di X-Factor.
«È cambiato tanto: credo ci sia una linea di demarcazione tra i 16 e i 20 anni, un passaggio che io ho vissuto come molto intenso», racconta a Vanityfair.it, «Adesso sono in una fase in cui non sono né adolescente, né adulta. Il domani sarà diverso dal mio oggi, ma sento che sono già cambiate tante cose. Anche se poi magari mi capita di entrare in un bar, ordinare un drink, e sentirmi dire: “Francesca, hai 16 anni, non puoi bere!”. Ma io ne ho 21, sono andata avanti».
Dov’è andata e dove sta andando ce lo racconta in quest’intervista, tra tante pause e risposte articolate tutte d’un fiato. Dal cappello («La mia copertina di Linus») che non indossa più così spesso, all’essere single perché «Voglio trovare in me la fonte di felicità».
Partiamo dall’inizio, dal titolo del singolo, estratto dal discodi20are: cosa significa avere «Un cuore in due»?
«Condividere è l’aspetto più problematico di un rapporto. Spesso si tende a prendere e a non dare abbastanza. Così si rischia di entrare in conflitto con se stessi, si rischia di scomparire».
Un cuore lo si può dividere in parti uguali o c’è sempre qualcuno che ama di più?
«La metà perfetta non credo esista, è una cosa cui bisogna ambire. Ma una coppia al massimo può oscillare, tendere all’equilibrio. Stabile non lo è mai».
Qual è il suo consiglio per far funzionare una relazione?
«A 21 anni non lo so ancora. Per quello che ho vissuto finora, posso dire che è fondamentale arrivare ad accettare l’altro ma senza accontentarsi. Cioè, capire che il partner non è perfetto, ma allo stesso tempo vedere altre vie d’uscita. Se io decido di stare con qualcuno è perché mi voglio impegnare e devo stare bene. Se invece si è a disagio, non bisogna voler salvare quella relazione per forza. Ci sono altre possibilità».
Vanity Fair