Opera e classici in piazza Santa Croce, il tributo di Gianluca, Ignazio e Piero ai big: “Avere il maestro sul podio ci aiuta a sentire meno la grande tensione”
Un concerto unico nel vero senso della parola, in quanto non sarà la data della prossima tournée che i tre vincitori del Festival di Sanremo 2015metteranno in scena, ma un tributo ai loro miti. Anche se loro, 26 anni fa, quando Luciano Pavarotti, Josè Carreras e Plácido Domingo si esibirono in occasione dei mondiali di calcio “Italia 90” alle terme di Caracalla a Roma, nel più grande evento musicale degli utimi decenni, non erano ancora nati. Nel corso del tempo Carreras (che apparirà in voce) e Domingo hanno però espresso la loro ammirazione per il trio tutto italiano. E anche la Fondazione Pavarotti ha dato la benedizione alla serata: «Luciano ha aperto i cancelli dell’opera, portandola al grande pubblico: si può dire che debbano a lui l’inizio e il battesimo il genere musicale di questi giovani artisti», le parole di Nicoletta Mantovani, vedova del tenore. Da buoni sportivi, i ragazzi hanno deciso di accettare la sfida lanciatagli l’estate scorsa dal loro mentore, Michele Torpedine: «Quella di riportare quell’atmosfera a chi l’ha già vissuta e farla riscoprire al pubblico più acerbo, con un tributo», sottolinea lui stesso, manager musicale di lungo corso a cui si devono talenti come Zucchero, Bocelli, Pino Daniele, Giorgia, Luca Carboni. Media partner dell’evento saranno i quotidiani dellaPoligrafici Editoriale Qn – Quotidiano Nazionale, il Resto del Carlino, La Nazione (presente ieri il direttore Pier Francesco De Robertis) e Il Giorno, mentre i diritti televisivi sono stati acquistati da Mediaset, che lo trasmetterà dopo l’estate; a settembre usciranno in tutto il mondo per Sony Music cd e dvd del concerto, che comprenderà i classici italiani come “O sole mio”, quelli americani come “My Way” alternati ad arie liriche come il “Nessun Dorma” dalla Turandot o il Brindisi dalla Traviata.
«Ci siamo resi conto guardando i dvd dei concerti dei Tre Tenori che l’80 per cento del repertorio è il “nostro”, o meglio il nostro è quello che facevano loro – spiega Piero Barone, siciliano classe 1993 -. Ognuno di noi canterà anche due brani da solo, sempre dal repertorio classico. Non ci sentiamo assolutamente al livello dei grandi maestri, stiamo studiando, ci tremano un po’ le gambe pensando ai capolavori che dovremo interpretare». Dopo il concerto a Vienna (stasera), Piero, Ignazio e Gianluca avranno una decina di giorni per provare e riprovare, anche se molti dei brani sono per loro cavalli di battaglia: arie d’opera, classici italiani e internazionali con incursioni nella zarzuela (l’operetta spagnola), e nei grandi musical. Sotto la statua dell’Alighieri, in quella Notte Magica, sarà tempo di grande amore.
di LETIZIA CINI, Quotidiano.net