(Massimiliano Lenzi, generic online Il Tempo) «Fiato alle trombe, ampoule Turchetti», che in Rai sta per tornare “Rischiatutto”, il programma-quiz lanciato 45 anni fa da Mike Bongiorno, che andava in onda il giovedì sul secondo programma nazionale (la Rai Due di oggi). Tornerà, dalla prossima stagione, sempre di giovedì sera, in prima serata, condotto da Fabio Fazio, il conduttore ligure che non ha mai nascosto la propria amicizia ed ammirazione per il vecchio Mike, ma stavolta andrà in onda su Rai tre. Un omaggio ad un grande personaggio della televisione e ad un programma.
Certo, il quiz per Rai Tre rappresenta una novità, non appartiene al dna storico della rete, che ha fatto della tv verità e di informazione, dopo la rivoluzione degli anni Ottanta di Angelo Guglielmi, l’identità del proprio palinsesto. Ma Fazio, con il suo “Che tempo che fa” sì, e proprio dalla riuscita o meno della commistione dei generi, a quasi mezzo secolo di distanza, dipenderà l’esito del ritorno di un programma mito.
Autori del quiz, all’epoca di Mike, erano Paolo Limiti e Ludovico Peregrini, che a causa dei suoi inevitabili dinieghi alle richieste di deroga dal regolamento, venne soprannominato “Signor no”. Nasceva in quella televisione, la ripetizione di tormentoni e personaggi che avrebbero segnato una stagione della storia della tv. La regia era di Piero Turchetti coautore del programma, che passerà alla storia della televisione italiana insieme alla frase che Bongiorno usava per presentarlo, appunto “il fiato alle trombe Turchetti”.
Domani, giovedì 18 giugno, mentre la riforma della Rai tanto annunciata da Matteo Renzi sembra rallentare, a Viale Mazzini l’attenzione sarà tutta concentrata sui palinsesti per la prossima stagione che dovranno essere approvati dal consiglio di amministrazione e presentati agli investitori il 23 giugno a Milano e il 25 a Roma. Potrebbe trattarsi dell’ultimo atto del direttore generale Luigi Gubitosi, che ha un contratto triennale con la tv pubblica firmato il 12 luglio del 2012.
Ma torniamo al ritorno di “Rischiatutto”. Si dice che rifare vecchi programmi sia, nell’era delle teche e della tv prodotta a costi sempre più bassi, un modo per sopperire alla mancanza di idee. In verità non esiste una regola, anche se la sperimentazione che la tv, pubblica e privata, si è permessa in Italia tra i Settanta e gli Ottanta oggi pare molto ridotta. Di certo, per Fabio Fazio, si tratta di un gesto anche di affetto verso il caro Mike Bongiorno (lui e Fiorello, in fondo, erano i preferiti del re del quiz). Sentite come Fazio, ricordava l’amico a Bongiorno, l’8 settembre, del 2009, il giorno della sua morte, ormai quasi sei anni fa. «È stato uno dei grandi della tv, di quelli che, se non ci fossero stati, si avvertirebbe la differenza. È stato “la” televisione».
Con lui, ricordava Fazio, «ho condiviso tanti bellissimi momenti della vita: ho avuto la fortuna di diventare amico di un signore che si chiamava Mike Bongiorno e che per me era diventato semplicemente Mike. Gli chiedevo continuamente consigli, mi mancherà tantissimo. Mike – ricordava ancora Fabio Fazio – parlava sempre di me e Fiorello come delle due persone alle quali voleva veramente bene. Mi ha chiamato qualche giorno fa per dirmi che su Raiuno andava in onda uno speciale in cui c’eravamo anche noi due insieme. E poi mi ha sgridato: “Devi essere contento di riprendere il tuo programma. Alla mia età io ho più entusiasmo di te!”».
All’epoca, con la sua consueta passione e vitalità televisiva, Mike si stava infatti preparando alla nuova avventura su SkyUno, dove avrebbe dovuto condurre dal novembre di quel 2009 Riskytutto, una nuova versione dello storico Rischiatutto: «Era felice di questa esperienza – spiegherà poi Fazio. Mi ha detto più volte: “È una tv meravigliosa, devi venire anche tu”». In realtà ad andare da Fazio, ospite nello studio di “Che tempo che fa”, nel maggio di quell’anno, era stato Mike che si era confidato in onda: «Da cinque mesi Silvio Berlusconi non mi chiama». Poco dopo l’intervento in trasmissione gli arriverà – indovinate un po’? – la telefonata dell’allora premier. Perché in fondo la vita, nel successo e nell’oblio, resta sempre un rischiatutto. Per cui, fiato alle trombe, fazietti.