Come un cronista qualsiasi. In cerca di storie, vite, situazioni interessanti da raccontare. Lasciando a casa la sua notorietà, ma non certo la sua «erre», Gad Lerner se va in giro per l’Italia per ricordarci come vivono gli «Operai», che alle soglie del 2020 non sono certo scomparsi, si sono trasformati, ma continuano a svolgere i lavoro più faticosi. Domenica scorsa, nella seconda puntata del nuovo programma del giornalista in onda in seconda serata su Raitre, Gad ci ha fatto entrare nel mondo delle badanti, un mondo veramente duro. Ma, al di là delle testimonianze delle donne che fanno questi umili lavori, che possiamo ascoltare e ascoltiamo spesso tutti quanti in prima persona, il lato interessante del programma dal punto di vista televisivo è la cifra stilistica di Lerner. Nonostante gli anni passati a condurre importanti talk show, nonostante il volto ben noto, Lerner si mette con reale curiosità e anche un pizzico di umiltà a intervistare persone semplici, colf, operai che cominciano il turno di lavoro all’alba. Senza la spocchia o la ricerca del sensazionalismo a tutti i costi che abbiamo visto ultimamente in trasmissioni di approfondimento come Report nella versione di Sigfrido Ranucci o in Animali come noi di Giulia Innocenzi. Ci mancherebbe, penserà Gad Lerner, è un atteggiamento doveroso se ti viene affidata una telecamera e uno spazio su una tv pubblica. Invece, purtroppo, non è così scontato… Lerner, che aveva ri-debuttato in Rai con Islam, Italia, anche con Operai mostra che i «vecchi» cronisti possono ancora insegnare qualcosa.
Il Giornale