PARTITA DEL CUORE, MOGOL: “VORREI RANIERI C.T. DELLA NAZIONALE DI CALCIO”

PARTITA DEL CUORE, MOGOL: “VORREI RANIERI C.T. DELLA NAZIONALE DI CALCIO”
partita del cuoreTorna la Partita del Cuore all’Olimpico di Roma, appuntamento mercoledì sera alle 21.20 con diretta su Rai 1, in campo la Nazionale Cantanti contro la Cinema Stars. Da una parte le stelle della musica, a partire da Mogol, Gianni Morandi capitano, Enrico Ruggeri, Paolo Belli Marco Masini e i giovani Rocco Hunt e Benji e Fede, con il portiere Stefano Sorrentino e Giovanni Malagò (in panchina Di Francesco e Simone Inzaghi); dall’altra i volti del cinema con il capitano Luca Zingaretti, Enrico Brignano, Edoardo Leo, Valerio Mastrandrea, Luigi Lo Cascio e tanti altri, in panchina Marco Tardelli. Il ricavato andrà a Telethon e alla Fondazione Bambino Gesù, i biglietti potrete trovarli su www.listicket.com, nelle ricevitorie Lis e al numero 892101; tutti possiamo contribuire ai progetti di solidarietà digitando il numero 45502 fino a giovedì. Sarà un partita speciale perché è la venticinquesima e la Nazionale Cantanti è stata fondata trentacinque anni fa da Mogol, con Gianni Morandi, e in attacco giocava un certo Lucio Battisti. Il grande autore, fondatore del Cet, Centro europeo toscolano in cui si formano giovani artisti, torna all’Olimpico per l’occasione e precisa: “Il mio ingresso in campo sarà simbolico, purtroppo c’è stato brutto tempo e non mi sono potuto allenare come si deve”. E’ chiaro quanto tutti ci tengano a partecipare a un evento, curato dal general manager Gianluca Pecchini, che è ormai entrato nelle abitudini degli italiani. Un azzurro particolare, che in questi anni ha donato 90 milioni di euro per sostenere la ricerca, curare bambini, costruire strutture ospedaliere.
 “Sono affezionato alla Nazionale Cantanti, nei giorni scorsi ci ha ricevuti il presidente Sergio Mattarella, al quale abbiamo donato la nostra maglia, è stata una bella soddisfazione. In questi anni abbiamo disputato più di 500 incontri, siamo riusciti perfino a far giocare insieme israeliani e palestinesi, nel 2000, con Peres e Arafat in tribuna. Siamo stati gli unici ad averli riuniti, non c’è riuscito nessun altro. E siamo un esempio anche per le famiglie, i bambini… se gioco io – sorride – possono giocare tutti”.
Al di là della Partita del Cuore come vede il calcio di oggi?
“Mi preoccupa. Purtroppo siamo fuori dai giri internazionali, anche se la Juve è stata molto sfortunata a uscire dalla Champions. Mi consolo con Claudio Ranieri che porta in alto i colori della nostra bandiera. Lo vorrei c.t. della Nazionale e ho apprezzato Montella quando ha indicato proprio Ranieri il tecnico più adatto a guidare gli azzurri”.
 All’Olimpico mercoledì ci sarà la Partita del Cuore, sabato la finale di Coppa Italia Juve-Milan: da una parte le “emozioni” bianconere e dall’altra un Milan che “scopriremo solo vivendo”.
Lei per chi sta?
“Io per la Nazionale, non ho una squadra di club, ma mi viene da tifare Milan perché è il più debole”.
Come ha vissuto la panchina di Totti?
“Penso che Spalletti avrebbe potuto farlo giocare di più nei secondi tempi”.
Che cosa farebbe per migliorare il nostro campionato?
“Farei giocare almeno sei ragazzi italiani in ogni squadra. Come può crescere la Nazionale con così tanti stranieri? Se non si crea una regola del genere è perché c’è sotto qualcosa che non mi piace”.
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