“Ci sono momenti che ti ricordi per tutta la vita: il tuo primo giorno di scuola, i primi passi di tuo figlio, il climax della prima serie di Gomorra. La serie italiana del 2014, la cui seconda stagione è appena cominciata, si era chiusa con un crescendo di colpi di scena e morti gratuite tale da far sembrare il Padrino come Gilbert e Sullivan“: così il Guardian annuncia il ritorno di Gomorra, dopo aver già speso in passato parole lusinghiere (“non è distante dalla Brooklyn di ‘Quei bravi ragazzi’ di Scorsese”). Entusiasmo, quello del Guardian, condiviso anche da altri quotidiani d’oltremanica. Quando abbiamo deciso di scegliere personaggi del mondo dello spettacolo, del cinema e della musica e farli diventare direttori per un giorno di FQMagazine, ci siamo chiesti con chi cominciare e la soluzione ce l’ha data proprio l’inizio della seconda stagione di Gomorra. L’idea di ospitare in redazione un personaggio chiave del tv drama, Salvatore Esposito (Genny Savastano) ci è piaciuta da subito: con il suo carico di verità e realismo, Gomorra ben descrive uno spaccato italiano troppo spesso volutamente ignorato. La serie Sky, complici una qualità mai raggiunta nel nostro paese e la “paternità” di Roberto Saviano, ha superato i confini italiani. “La testa di un boss ragiona esattamente come quella di un amministratore delegato o di un Primo Ministro: il potere ha un’unica dimensione e ha sempre la stessa logica” e lo sforzo di Gomorra è di raccontare attraverso il ‘crime’ “meccanismi che sono tipici dei rapporti umani, in qualsiasi contesto, “restituendo” la verità sulla vita, la vita nuda”: queste le parole dello scrittore napoletano in occasione del lancio della seconda stagione della serie. Salvatore Esposito (Genny Savastano) sarà con noi nella giornata di giovedì 19 maggio a partire dalle 11: con lui decideremo i temi del giorno, gli articoli più interessanti da pubblicare su FQMagazine e saremo in diretta Facebook, insieme ai nostri lettori. Parleremo di attualità, di spettacolo, di televisione. E naturalmente, di Gomorra. Aspettiamo le vostre domande.
Il Fatto Quotidiano