Giorgio Armani: “Ho fatto il designer come avrei potuto fare l’avvocato o il medico.”

Giorgio Armani: “Ho fatto il designer come avrei potuto fare l’avvocato o il medico.”

Giorgio Armani si apre in una lunga intervista a Vanity Fair Italia, condividendo con sincerità e nostalgia ricordi della sua vita personale e professionale, avvicinandosi al traguardo dei 50 anni dalla sua prima sfilata. Il celebre stilista inizia raccontando il suo rapporto con la moda, rivelando di non aver mai avuto una passione innata per questo campo, ma di aver intrapreso la carriera di designer come avrebbe potuto fare da avvocato o medico. La sua decisione è stata guidata dalla consapevolezza che attraverso la moda poteva esprimersi, confrontarsi con il mondo e, non da ultimo, fare soldi.

“Io non ho mai avuto il fuoco sacro della moda. Ho fatto il designer come avrei potuto fare l’avvocato o il medico. Non sono stato un bambino che sognava la moda disegnando i vestiti delle bambole. Però ho capito che con la moda potevo fare soldi, esprimermi e confrontarmi con quello che avevo intorno”, racconta lo stilista.

Ripercorre poi la sua infanzia nelle campagne piacentine e il rapporto con Sergio Galeotti, il suo partner scomparso prematuramente. Armani rivive l’emozione della copertina del Time Magazine nel 1982, un momento che definisce una svolta e un impegno a dare sempre il massimo. Il designer torna indietro nel tempo ricordando la sua prima collezione presentata nel 1975, ammettendo che le cose erano molto semplici e povere, e che non andò bene.

Quando si parla del futuro, Armani conferma la sua decisione di lasciare l’azienda a una fondazione con la partecipazione della famiglia e di alcuni elementi esterni, definendo questo processo come naturale e in linea con il suo approccio alla vita.

Riguardo al panorama attuale della moda, esprime il suo punto di vista sui giovani designer, notando che spesso sono spinti su strade che non hanno durata. Per Armani, un designer deve creare una moda unica e personale, non soggetta a cambiamenti settimanali. Il designer condivide il suo rimpianto per il glamour di Yves Saint Laurent e Coco Chanel, ammirandoli per la loro comprensione del mondo femminile. Sottolinea anche i cambiamenti positivi nel concetto di identità e natura nella società moderna.

Armani riflette sulle persone che ha incontrato nel corso della sua vita, dai colleghi designer a personaggi come Tadao Ando, Sophia Loren e Tina Turner, ricordando incontri piacevoli e sorprendenti.

Infine, consiglia ai politici di studiare e non dimenticare il passato, sottolineando la sua preferenza per coloro che perseguono democrazia e libertà.

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