Amarcord geriatrico da 600 copie per ridere ancora 25 anni dopo
Aldo, Giovanni e Giacomo sono tre vecchietti ‘In fuga da Reuma Park‘, il nuovo film in sala dal 15 dicembre con Medusa in oltre 600 copie.
Cine-panettone ‘nostalgia’ con i tre comici che celebrano i 25 anni di carriera in una sorta di amarcord geriatrico che li vede ormai anziani e gettati in una sorta di parco-ospizio dove si ritrovano pieni di acciacchi a ricordare il passato. Tutto inizia con Aldo, vecchietto, abbandonato come un pacco a Reuma Park dai suoi figli, gemelli omozigoti (Ficarra e Picone), solo dopo aver scoperto che non mancheranno di percepire ancora la sua pensione.
Impianto teatrale, rumoristica da avanspettacolo, citazioni di film e spezzoni dei loro spettacoli precedenti (tra cui lo sketch-cult di Pdor, figlio di Kmer…) per raccontare una storia semplice che si svolge alla vigilia di Natale. Ci troviamo al Reuma Park, casa di ricovero costruita in un vecchio luna park dismesso, un luogo che somiglia a un carcere di massima sicurezza con un aguzzino-kapo di nome Ludmilla (Silvana Fallisi), infermiera russa taglia XXL. Giacomo passa le sue giornate in sedia a rotelle; Giovanni ha la memoria che fa cilecca, mentre Aldo è il confuso di sempre. Ma in tutti e tre c’è un’idea fissa: una fuga in barca dai Navigli di Milano fino a Rio de Janeiro.
Spiega Giovanni oggi a Roma: “Sono passati 25 anni ma non noi siamo cambiati affatto, abbiamo sempre la stessa impronta comica. Le citazioni dei nostri spettacoli teatrali che sono nel film – aggiunge- fanno parte della nostra storia”.
Per Giacomo il film racconta solo “di tre ex comici parcheggiati in uno strano ospizio. Ho sempre amato – dice raccontare di vecchietti che, alla fine, diventano sempre più un po’ come bambini. Il segreto della nostra lunga intesa artistica? Abbiamo litigato tante volte, ma abbiamo sempre avuto la sensatezza di fare un passo indietro e pensare che l’altro potesse avere ragione” dice.
Quasi dello stesso parere Aldo:” il nostro segreto? Cercare insieme delle storie e, dopo tanti anni, avere un profondo rispetto gli uni degli altri”.
Conclude il coregista Morgan Bertacca:”sono il più giovane del gruppo, ma anche molto vicino alla scelta stilistica del trio, vale a dire in questo caso, andare contro il cinema digitale”.
Frase cult del film, quella dell’altoparlante che campeggia sull’ospizio-parco:”Godetevi questo Natale, potrebbe essere l’ultimo”.
di Franco Gallo, ANSA