PREMIUM CERCA LA RIPRESA

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La pay di Mediaset fra accordi con telco e produttori di televisori
Ma Medusa concede la prima esclusiva a Sky

di Claudio Plazzotta, ItaliaOggi

mediaset premiumLa dura strada per cercare di dare, o ridare un senso al business di Mediaset Premium, che si appresta a chiudere il 2016 con un deficit vicino ai 200 milioni di euro, passa soprattutto da accordi non esclusivi ma molto stretti con grossi operatori delle telecomunicazioni, con grandi costruttori di apparecchi tv e affini, e con colossi della distribuzione.
Ad esempio Tim ha intese, non esclusive, per contratti congiunti telefonia+internet+contenuti pay sia con Netflix, sia con Sky, sia con Premium.
Ma negli ultimi tempi sta spingendo moltissimo le offerte Premium (e qui ci potrebbero essere anche interessi superiori che coinvolgono Telecom e il suo azionista Vivendi). D’altronde, è difficile pensare che in Italia vi sia ancora molto spazio di manovra per allargare il mercato di chi è interessato solo alla pay tv. Quel target è già stato raggiunto da Sky e da Premium, vale meno di 7 milioni di famiglie e da lì è difficile schiodarsi.
Meglio, allora, provare a espandersi usando il contenuto pay come leva di marketing per abbinamenti più complessi che coinvolgano Tim, o Fastweb (come fa Sky), o costruttori come Samsung per la diffusione dell’Ultra HD e del 4K, e importanti catene della distribuzione.
Proprio sul fronte dei contenuti è arrivata ieri la notizia che Medusa, la casa di produzione di Mediaset, ha concesso a Sky l’esclusiva pay dei propri film. Questo significa che pellicole come Quo Vado di Checco Zalone o Perfetti sconosciuti passeranno prima sulla pay tv satellitare e successivamente su Canale 5. In passato, invece, i titoli Medusa erano trasmessi sia da Sky sia da Premium.
Sarà quindi da vedere cosa significa per il Biscione questa scelta che sembra preferire Sky, ovvero se si tratta semplicemente di avere un tornaconto economico maggiore rispetto al passato oppure se sia segnale di un disimpegno dalla propria pay tv. Per ora, film di Medusa a parte, sembra che Premium, oltre che sugli accordi di cui si è parlato prima, voglia anche battere le strade dei contenuti più o meno esclusivi, della tecnologia o di nuove offerte commerciali natalizie. Uno spettro di strategie che verrà presentato oggi a Cologno Monzese dai vertici operativi di Premium (l’a.d. Franco Ricci, il direttore contenuti Yves Confalonieri, il direttore commerciale Marco Rosini). Ci saranno più cinema, più serie tv, più innovazione tecnologica (e si punta a colmare presto il gap con Sky, lanciando una sorta di My Sky pure per Premium).
Inoltre bisogna iniziare a pensare alle gare per i diritti tv della Serie A e della Champions league di calcio per il triennio 2018-2021. Ora Premium non è più in interim management, può tornare a operare anche su iniziative ad alto budget senza chiedere autorizzazioni all’ex azionista entrante Vivendi (la questione verrà decisa nelle aule dei tribunali), e quindi si tratta di stabilire se e come partecipare alle aste.
La Serie A sembra fondamentale per il futuro di Premium, ma sarà interessante vedere come la Lega e l’advisor Infront divideranno i pacchetti proposti, con una molteplicità di esclusive maggiore rispetto al passato, offerte riservate alla tv in chiaro ecc.
Per la Champions, sulla quale nessuno sarà disposto a fare i sacrifici dell’ultimo triennio (oltre 210 milioni di euro all’anno versati da Premium per i tre anni 2015-2018), l’asta 2017 sarà fissata probabilmente più in là rispetto al tradizionale appuntamento di febbraio, poiché la formula della competizione cambia (ci saranno più club con tradizione calcistica ammessi di diritto) e si deve lasciare più tempo all’Uefa, alle società di calcio e ai broadcaster tv per valutare l’impatto delle novità.

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