Lo stop chiesto dal governo turco. Scoppia la polemica politica, ma il nodo è anche giuridico
da Parigi Giuseppe Corsentino, ItaliaOggi
Il premier Recep Erdogan, si è fatto sentire il 27 ottobre con una lettera della Rtük, l’autorità amministrativa indipendente (ma l’aggettivo, oggi, andrebbe rivisto) che regola il mercato radiotelevisivo turco, inviata a Eutelsat, la società francese (controllata dallo stato attraverso Bpifrance, la banca d’investimento della Cassa depositi e prestiti, che ha la partecipazione più rilevante, il 26,4%) che con una flotta di 38 satelliti, tra cui il più noto Hot Bird, trasmette in tutto il mondo i segnali di 6.300 network televisivi.
Il messaggio di Istanbul era chiaro: sospendete immediatamente l’emissione del segnale di Med Nuçe Tv; si tratta di un canale tv legato al Pkk, il partito comunista curdo che il governo di Istanbul considera, e non da ora, né più né meno che una pericolosa organizzazione terroristica.
E il direttore generale di Eutelsat, Rodolphe Belmer, un esperto di marketing che ha lavorato a Canal+ e che ha contribuito a preparare il piano strategico di Delphine Ernotte appena arrivata alla presidenza di France Télévisions, come a dire un manager ben inserito nel coté televisivo francese, non se l’è fatto ripetere due volte.
Il segnale di Med Nuçe Tv ma anche quello di Nweroz Tv, altra emittente curda, sono stati bloccati.
Scatenando una valanga di polemiche con lo scrittore Patrick Franceschi, premio Goncourt 2015 con il romanzo Prémier personne du singulier, eroe di guerra durante il conflitto afghano contro i sovietici, amico personale del mitico comandante Massud, che scende in campo contro il presidente Hollande per denunciare l’ipocrisia e il doppio gioco dell’Eliseo (a febbraio il presidente aveva ricevuto una delegazione curda e promesso il sostegno della Francia) e il direttore dell’Istituto di cultura curda di Parigi, Kendal Nezan, che si dice semplicemente scandalizzato della decisione di Eutelsat, presa dopo la chiusura in Turchia di 131 testate e l’arresto di 2 mila tra giornalisti e addetti alla comunicazione.
Il caso è finito davanti al tribunale civile di Parigi perché, oltre che politico, è anche giuridico e pure abbastanza intricato.
Infatti, la richiesta di sospendere l’emissione di Med Nuçe Tv (che in curdo vuol dire: Notiziario dal Medio Oriente) è stata inoltrata a Eutelsat sulla base delle norme che regolano la messa in onda le tv transfontaliere che aderiscono alla Convention européenne sur la télévision transfontière (Cett) con l’argomentazione che i contenuti della tv violavano la dignità della persona e diritti fondamentali della libera informazione (testuale).
Senza entrare nel merito delle accuse di Istanbul, Eutesalt ha spento il satellite e oscurato il canale, dimenticando però un particolare: secondo la Cett la competenza, il potere di accendere e spegnere il segnale, spetta al paese in cui «la chaine opère». Ora Med Nuçe ha la sede legale in Italia (con regolare licenza rilasciata dalla nostra AgCom) e gli studi a Denderleueuw, una cittadina belga, e il Belgio è tra quei paesi che non hanno firmato la Cett, la Convenzione per le tv transfrontaliere e quindi la competenza finale dovrebbe essere proprio del regolatore belga, anzi del suo ufficio fiammingo, la Vrm, Vlaamse regulator voor de media.
Se il regolatore del paese che ospita gli studi tv non si pronuncia (e in effetti, non s’è ancora pronunciato) la competenza dovrebbe passare al paese dove ha sede la società emittente, cioè Eutelsat, e quindi la Francia. Da qui il ricorso al tribunale di Parigi.
Ma al di là di quello che i media francesi hanno definito «un envraisembable imbroglio juridique européen», un incredibile groviglio giuridico, resta lo scandalo politico di una società pubblica francese che prende per buone le motivazioni del regime di Istanbul per chiudere due televisioni curde negli stessi giorni i cui i curdi combattono contro l’Isis in Siria e in Iraq.
«À una manovra di Erdogan», spiega da Tolosa, la sua città, lo scrittore Patrick Franceschi, «vuole liquidare l’informazione curda e fare in modo che restino solo le tv filoislamiche. Davvero, un bel risultato a un anno dalla strage di Parigi».
Nezan dell’Istituto di cultura curda è ancora più duro: «L’Eliseo è sensibile alle pressioni della lobby industriale turca. Se davvero Med Nuçe era una tv terroristica, legata al terrorismo, allora avrebbe dovuto essere chiusa da tempo». E poi conclude con amarezza: «Come andrebbero chiuse certe emittenti finanziate dal Qatar e dalle petromonarchie del Golfo». Che, però, in Francia hanno investito miliardi di euro. Forse anche in Eutelsat.