Il titolo del film “è anche simbolico. Un fossile come l’ammonite richiede che ci si lavori con cura e pazienza per trovarne la forza e la bellezza. E’ quello che queste due donne fanno l’una per l’altra”. Lo dice nell’incontro online al Toronto Film Festival Saoirse Ronan, 26 anni e quattro nomination all’Oscar, parlando di Ammonite, il dramma di Francis Lee, ispirato da fatti reali, sull’amore saffico nel Dorset del 19/o secolo tra la pioniera della paleontologia Mary Anning (Kate Winslet) geniale scienziata autodidatta, a lungo snobbata (almeno ufficialmente) da una comunità scientifica di uomini, e la geologa Charlotte Murchison (Ronan), sposata e reduce dalla perdita di un figlio. Il film ha debuttato al Festival nordamericano e la critica è concorde sull’indicare entrambe le attrici come contendenti per la corsa all’Oscar.
Non si sa in realtà se tra Mary Anning e Charlotte Murchison ci sia stata una relazione passionale ma le lettere della paleontologa dimostrano l’esistenza fra loro di un legame di amicizia molto forte. Il regista ha pensato che rileggerlo, in quella società patriarcale, come un amore anche fisico “avrebbe permesso un’esplorazione più interessante del mondo di Mary, di come lo interpreto io, per renderle omaggio” spiega Lee nel Q&a sul web realizzato per il festival insieme alle due protagoniste. Kate Winslet (che a Toronto riceve anche uno dei Tribute Award alla carriera) in fase di preparazione ha imparato con un paleontologo le tecniche di ricerca di fossili ed ha costruito per se’ una routine solitaria e disciplinata come quella in cui viveva Mary Anning. “La cosa che mi rende più fiera guardando il film è che si racconti in un’ambientazione d’epoca, una storia d’amore fra due donne che non si nascondono, sono semplicemente se stesse e scoprono chi sono veramente attraverso il loro legame. Alla fine, il fatto che siano due persone dello stesso sesso non ha nemmeno importanza – dice l’attrice -. E’ un elemento necessario per un vero cambiamento. Raccontare storie d’amore come questa senza pruderie o malizia, mostrare semplicemente due persone innamorate”. Quando “abbiamo iniziato le prove con Saoirse abbiamo subito capito che la nostra collaborazione sarebbe stata entusiasmante e molto gratificante. Ci eravamo già incontrate negli anni ma non sul lavoro, la nostra amicizia è venuta naturalmente, siamo state fortunate, non capita sempre”.
E’ un set “su cui mi sono sentita molto sicura – spiega Saoirse Ronan -. Sentivo di essere con qualcuno di cui mi fidavo completamente. C’era un’atmosfera molto rilassata e serena”. Con Kate Winslet “ci eravamo incontrate e anche intervistate a vicenda anni fa. Sapevo che lavoriamo in un modo simile, anche se lei porta l’organizzazione (nel costruire il personaggio) a tutto un altro livello, che comprende mettere post-it sulle pagine della sceneggiatura – aggiunge sorridendo -. Uscivo giusto da Piccole donne, che era un set molto animato e pieno di attori, mi interessava molto tornare una sfera più quieta e intima”. Il suo personaggio, Charlotte “è una donna riservata alle prese con l’elaborazione del lutto, sta recuperando emotivamente e fisicamente”. Il rapporto fra le due donne, è molto delicato “fatto sia di conflitti che di unione. Era molto importante capire quali fossero i momenti di snodo della loro relazione”, sempre tenendo in mente che “facciamo una nostra reinterpretazione su questi personaggi”.
Per Kate Winslet è stato anche sorprendente: “MI ha emozionato quanta parità ci sia (nel racconto della loro intimità). Mi ha fatto riflettere su come spesso nelle scene con coppie eterosessuali, è l’uomo che prende la donna, e la donna si lasci prendere. Mi sono anche arrabbiata con me stessa, perché abitualmente faccio valere le mie ragioni, ma quello è un aspetto della scrittura che si dà spesso per scontato”. Qui invece “c’è tanto realismo e naturalezza”.
Francesca Pierleoni, ANSA