X FACTOR 10, L’INFLESSIBILE MANUEL AGNELLI CONQUISTA TUTTI

X FACTOR 10, L’INFLESSIBILE MANUEL AGNELLI CONQUISTA TUTTI

x-factor-10-nuova-giuria_980x571Intransigente, severo e schietto. Così spietatamente sincero da bocciare senza mezzi termini concorrenti per lui «senza talento», «stereoptipati» o ancora «antichi come un Festvalbar degli anni ’80». Nessuna chance che avrebbe avuto solo il sapore dell’illusione, ma solo la verità. Anche se, alle volte, può far male. Con la sua fermezza unita ad una dissacrante ironia, Manuel Agnelli conquista il pubblico della decima edizione di X Factor, il talent targato Sky che ieri sera ha preso il via con le audizioni. Una figura quella del leader degli Afterhours e icona dell’indie rock italiano che ben si sposa, creando la giusta alchimia, con le personalità degli altri tre giurati: la serafica e molto più serena Arisa tornata dietro al bancone dei giudici dopo quattro anni, il veterano Fedez e l’altra new entry, unico giudice straniero, il cantante spagnolo Alvaro Soler che con il dolce sorriso e quell’aria da latin lover ha mandato in estasi il pubblico femminile, non convincendo, però, del tutto, quanti si aspettavano che potesse far sentire meno la nostalgia di Mika.
Quanto alle esibizioni – introdotte, come sempre, dall’inappuntabile Alessandro Cattelan – dopo una lunga carrellata di concorrenti improvvisati (da Antonio Cabras, il rapper sardo in cerca di riscatto alla bizzarra Miny Popa, passando per Dimitru Dragoi, il “molleggiato” di origini rumene che sul palco si è esibito con un’inascoltabile cover di “Grande amore” e lo stonato Daniele Botticelli che ha storpiato “Tutto l’amore che ho” di Jovanotti), sono arrivati, finalmente, i primi concorrenti nei quali i giudici hanno intravisto talento e buone capacità: strappano quattro sì l’onironauta Armando Pavone, la diciottenne Gaia Gozzi che ottiene la prima grande standing ovation, la italo-thailandese Valentina Ciardullo che Arisa definisce «delicata, soffice e genuina» così come convince la voce calda e profonda di Enrico Matheis. Tra i gruppi, poi, dopo il flop degli Storytellers e dei Soulspirya che Fedez considera «allegri come un discorso di fine anno di Mattarella», si distinguono conquistando la fiducia della giuria i Soul System, i Five Stories, i Les Enfants con la loro «atmosfera alla Phil Collins» e il duo Daiana Lou, artisti di strada italiani trapiantati a Berlino con alle spalle un passato difficile: la cantante, scoppiata in lacrime dopo l’esibizione, ha raccontato di aver lasciato la sua famiglia di Testimoni di Geova e di essere riuscita a trovare serenità nella musica.
Per loro una bella iniezione di fiducia: «Dopo l’esperienza di artisti di strada è il momento di imboccare la strada degli artisti», dice Fedez. Tra un’esibizione e l’altra, poi, due brevi incursioni: quella di Gianni Morandi che sul palco improvvisa a cappella “Strada facendo” coinvolgendo tutto il pubblico e Mara Maionchi che annuncia il suo “Mara Dixit”, la rubrica, in onda dopo ogni puntata e divenuta ormai un cult.

Il Secolo XIX

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