”C’è stata negli anni passati grande disinformazione sul tema dei migranti che sbarcano sulle nostre coste e continua ad esserci ancora. Si fa troppa propaganda. Questo è un argomento importante, non deve essere un bieco mezzo per racimolare voti. Le persone che vivono nel nord sono fortunate e devono prendersi le responsabilità delle azioni del passato. Ho conosciuto a Lampedusa uomini e donne meravigliosi.
La Guardia Costiera è paragonabile ai Vigili del Fuoco e alla Protezione Civile, è il terzo braccio. Ci vuole tanta umanità e tanto cuore per stare in mare tutta la vita. E’ la parte dell’Italia che mi rende orgoglioso di essere italiano”. Claudio Amendola non usa giri di parole nel corso della presentazione della fiction in due puntate che lo vede protagonista al fianco di Carolina Crescentini. Lampedusa, con la regia di Marco Pontecorvo in onda in prima serata su Rai1 alle 21.15 martedì 20 e mercoledì 21 settembre. Una coproduzione Rai Fiction – Fabula Pictures, prodotta da Nicola e Marco De Angelis. Protagonisti sono un comandante della Guardia Costiera, la responsabile di un centro di accoglienza, la comunità dell’isola siciliana e i migranti in fuga dalle coste libiche.
Il sottufficiale Serra, responsabile della Capitaneria di porto, interpretato da Claudio Amendola, partirà da Roma alla volta di Lampedusa per affrontare l’emergenza migranti in prima persona. Viola, invece, interpretata da Carolina Crescentini, è la responsabile del centro di prima accoglienza. Le prime scene partono con un SOS lanciato da un punto imprecisato al largo delle coste di Lampedusa. Il maresciallo Serra e la sua squadra salpano in soccorso dell’imbarcazione in difficoltà. Quando raggiungono l’imbarcazione, Serra e i suoi sono sconvolti dal trovarsi di fronte una fragile scialuppa riempita all’inverosimile di poveri disperati in fuga dalle guerre e dalle persecuzioni nei loro Paesi.
Nel cast Massimo Wertmuller, Fabrizio Ferracane, Paola Tiziana Cruciani, Ninni Bruschetta e tra le comparse alcuni ex migranti che si sono molto emozionati nel vedere girate alcune scene vissute sulla propria pelle. Crescentini sottolinea: ”l’impatto con il centro d’accoglienza è stato forte. Gli uomini che arrivano sono sempre molto giovani e vengono separati dalle donne. I bambini sono sempre bambini, amano giocare ma cercano le famiglie che talune volte non hanno più. Negli occhi delle donne, ho visto la speranza. Quello che ho visto lì e che non posso dimenticare mi ha fatto cambiare il mio punto di vista. A chi frequenta i salotti televisivi, consiglierei di andare a Lampedusa e stringere le mani agli uomini della guardia costiera, a chi lavora nei centri di accoglienza agli abitanti di Lampedusa. Ho visto gli sbarchi e ripetevo in continuazione “povera gente”. Non si può parlare di Lampedusa se non ci sei stato. Non si può parlare senza aver visto. E’ strumentalizzazione. Un uomo in mare non si lascia solo, non si possono costruire muri: siamo tutti essere umani”. Andrea Purgatori autore del soggetto (la sceneggiatura è stata scritta con Laura Ippoliti) spiega: “Abbiamo posizionato il racconto tra il 2008 e il 2010 per evitare di rincorrere la realtà. Nella fiction ci fermiamo al racconto del salvataggi, lasciando un punto interrogativo su cosa accadrà ai migranti”.
A chi chiede se non teme polemiche viste l’attualità del tema replica: ”il premier dovrebbe far vedere questa fiction al consiglio europeo”. Il produttore De Angelis aggiunge: ”è un film che non ha ideologie”. Il regista Marco Pontecorvo conclude: ”abbiamo fatto ricerche, visto immagini, visitato luoghi, conosciuto i protagonisti veri di storie simili, studiato sia procedure di salvataggio durante gli sbarchi, che di accoglienza nei Centri di Prima Accoglienza. La storia che narriamo è ispirata a fatti accaduti, ma non ricalca nessun episodio in particolare. La genesi è lunga. L’idea è di Amendola che vedendo un programma in tv (Vieni via con Me di Fazio ndr) rimase toccato dal racconto di un ufficiale della Guardia Costiera. La Rai accolse molto positivamente l’idea di farne una fiction. La Fabula Pictures l’ha prodotta, Purgatori e Ippoliti l’hanno scritta e io ne ho curato la regia. Durante il percorso, ci siamo resi conto che la realtà stava cambiando e quel singolo episodio non ci permetteva di raccontare la complessità e l’evoluzione della situazione. Quindi abbiamo deciso di partire solo come ispirazione”.