Flavio Mucciante, hospital direttore di Radio1, ha messo in campo tutte le armi di cui dispone per incominciare l’autunno alla grande e recuperare il terreno perduto: Gr ogni mezz’ora, tre rassegne stampa, largo allo sport e una scelta più meditata della musica. Ha chiuso la scorsa stagione con un brillante +6,3% ma ha un cruccio: a differenza dei concorrenti, a cominciare da Rtl, non può contare su sinergie con la tv perciò chiederà al nuovo d.g., Antonio Campo Dall’Orto, un canale digitale su cui approdare coi principali programmi radiofonici. La sua proposta è suffragata dai 6,7 milioni di ascoltatori che ogni giorno si sintonizzano (anche brevemente) sulla tv di Rtl. Corrado Formigli col suo Piazzapulita (La7) deve reggere il confronto con Michele Santoro, di cui ha preso lo spazio televisivo dopo il ritiro dello storico conduttore. L’editore dell’emittente, Urbano Cairo, ha infatti scelto lui per turare la falla provocata dall’addio di Santoro. Riuscirà Formigli a non farlo rimpiangere? Ma il vero problema è il fuggi-fuggi del pubblico dai talk show. Si studiano le mosse per non rimanere impigliati nel tracollo dell’audience. Per esempio Gianluigi Nuzzi e Alessandra Viero (Quarto Grado su Retequattro) si sono inventati l’hashtag #baciachiama, si possono inviare selfie dove si dà un bacio a chi si vuole bene e forse ci si vede in onda. Mario Orfeo, direttore Tg1, aspetta di conoscere (come tutti i direttori) quale sarà il suo destino dopo l’insediamento del nuovo vertice Rai e intanto deve ingoiare la decisione dei signori del palinsesto a cui si è inutilmente opposto. La sua sconfitta è stata presa male dalla redazione. È stata cancellata l’edizione delle 11 del Tg1, in modo da non interrompere la programmazione mattutina (lo spazio del tg sarà appannaggio di Eleonora Daniele). Anche l’edizione delle 17 è stata anticipata d’imperio di mezz’ora (orario con meno appeal) per dare spazio alla Vita in diretta. Giancarlo Mazzuca e il conflitto d’interessi. È entrato nel consiglio d’amministrazione della Rai ma continua a dirigere il quotidiano Il Giorno. Una sua dichiarazione pro-Vespa sulla vicenda dei Casamonica a Porta a Porta ha scatenato il sindacato dei giornalisti che ha sollevato il presunto conflitto d’interessi, lui si è difeso negando qualsiasi intreccio tra i due incarichi e respingendo l’accusa di avere difeso Vespa in quanto il conduttore di Porta a Porta è (anche) direttore editoriale del Qn, quotidiano nazionale, stesso gruppo editoriale del Giorno. Mario Ciancio Sanfilippo, editore di Antenna Sicilia, ha fatto scadere l’iter di mobilità e quindi si avvicina il licenziamento di 16 giornalisti (su 23). A nulla sono serviti documenti e solidarietà, neppure l’intervento della politica locale ha prodotto risultati. L’epilogo, secondo il sindacato dei giornalisti, sarà la chiusura dell’emittente. Pier Silvio Berlusconi tenta il business internazionale. Ha avviato Mediaset Italia, canale che potrà essere visto in gran parte del mondo, sono già stati sottoscritti accordi con 49 emittenti straniere. Proporrà (a pagamento, l’abbonamento è annuale o semestrale) il meglio della programmazione del Biscione oltre ad alcune edizioni del Tg5. Se il riscontro sarà positivo è previsto un apposito tg che tratterà anche dei problemi degli italiani all’estero. Maria De Filippi e lo scippo di Natalia Titova, che dopo dieci anni di collaborazione con Milly Carlucci e il suo Ballando con le stelle (Rai 1) è passata armi e bagagli alla concorrenza diretta, quella di Amici (Canale 5). Se la Carlucci ha fatto elegantemente finta di nulla, un membro della giuria di Ballando, Carolyn Smith, ha assicurato che ha un diavolo per capello: «è stata una pugnalata alle spalle». Ma chi la fa l’aspetti: una defezione c’è anche nel campo defilippiano: Francesco Sarcina non sarà più tra i professori di canto di Amici. Se n’è andato senza salutare. Intanto Maria De Filippi incomincia col fiatone la nuova serie di Tu si que vales: lo scorso anno stracciava regolarmente Antonella Clerici e il suo Ti lascio una canzone. La rentrée, sabato, è stata invece una gara equilibrata, 3,3 milioni (19,3) per la De Filippi, 3,2 milioni (17,1%) per la Clerici, che è un po’ come la Ferrari che non vince ma sale però sul podio. Maurizio Crozza tornerà col botto. Ad aprire la nuova stagione di Crozza nel Paese delle meraviglie (La7, dal 2 ottobre) sarà nientemeno che Ignazio Marino. L’imitazione del sindaco di Roma sarà il leitmotiv delle prime puntate del programma. Ce ne sarà anche per Bruno Vespa, che dopo la contestata trasmissione con ospiti i Casamoniaca s’è ascritto tra i più intransigenti contestatori del sindaco, da cui per altro è stato duramente attaccato. «Sarebbe interessante», ha detto Vespa, «fare un sondaggio tra i romani: si sentono più offesi dalla trasmissione di Porta a Porta o dalle condizioni in cui si trova la città?». Vespa prossimo sindaco della Capitale? Davide Parenti, il patron dietro le quinte di Le Iene (Italia1, in onda dal 1977) tiene a battesimo Nadia Toffa, lanciata proprio dalla sua trasmissione. Perciò il ritorno autunnale è stato fissato per il 27 settembre, con Le Iene che (eccezionalmente di domenica) promozioneranno Open Space, un talk dedicato ai giovanissimi che sarà appunto condotto dalla Toffa. Poi Le Iene (impoverite dall’addio della Gialappa’s band: hanno preferito Quelli che il calcio, su Rai2) torneranno alla loro consueta serata del giovedì. Pippo Baudo, nonno della tv, punta il dito proprio contro la televisione: «Oggi il mondo televisivo vive una certa incuria e questo perché è mutata la spinta culturale che stava alla base della televisione degli inizi e che per tanti anni ci ha accompagnato». E conclude: meglio i grandi teleromanzi d’una volta che i talk dei giorni nostri. Anche Giancarlo Magalli, padre della tv, è arrabbiato: «Ho avuto la sfortuna di trovare sulla mia strada persone e personaggi miopi, dirigenti che si sono messi di traverso, impedendomi di fare il mio lavoro. Per esempio, Fabrizio Del Noce. Preferì a me altri che fecero delle figure miserabili: diede alla Ventura I Cervelloni. Risultato: chiuso dopo due puntate. E poi la Venier, che portò al fallimento la mia Fantastica Italiana. Ecco, forse io sono stato sottovalutato, probabilmente Del Noce è stato sopravvalutato».
di Giorgio Ponziano