Ho visto alla Fondazione Praga di Milano il progetto concepito da Francesco Vezzoli “Rai tv 70”, dove si esplora attraverso filmati d’epoca la televisione in bianco e nero di quegli anni. Non voglio entrare nel merito della mostra (in tanti , più esperti di me, ne hanno scritto) ma solo ringraziare Vezzoli per aver scelto, tra i numerosi filmati esposti, “La fantastica storia di Don Chisciotte della Mancia” un programma del 1970, del geniale Roberto Lerici interpretato dal grande Gigi Proietti. Ringrazio Vezzoli perchè avevo quasi dimenticato questo gioiello della televisione di quegli anni che programmava per la Tv dei ragazzi (incredibile!) uno spettacolo fortemente sperimentale e assai affascinante. Per coloro che hanno qualche anno, la mostra di Vezzoli è anche un’occasione per raccogliere nell’angolo dei ricordi immagini e parole che hanno spostato nel tempo la propria educazione e sensibilità. E l’incontro che ho avuto con lo spettacolo di Proietti è stata la classica illuminazione. Cinquant’anni fa la tv dei ragazzi che si nutriva dei racconti mediocri di Rin Tin Tin e Lassie aveva anche la possibilità di cercare, come un punto che diventa cerchio, i mulini a vento. Si faceva guidare dall’eroe Don Chisciotte, cavalleresco e folle, “ben tetragono ai colpi di ventura”. Oggi cartoni banali e storie insulse accompagnano senza novità le menti dei più giovani spettatori. Si dice che la pubblicità e il relativo indice di ascolto abbia cambiato le carte in tavola. Probabile. E’ certo comunque che la capacità dei nostri programmisti è scesa dall’attico ai piani inferiori e, in alcuni casi, è addirittura arrivata al seminterrato.
Giovanni Scipioni, Zig-zag, La Repubblica