Aveva 82 anni. Fu il primo a realizzare documentari su rivoluzione rock e Beat Generation tra Londra e New York
È morto a Londra Peter Whitehead. Lo ha reso noto la famiglia del regista britannico che aveva 82 anni. Whitehead era una figura di culto del documentario politico e musicale degli anni Sessanta, mitico filmaker della controcultura tra Londra e New York, precursore dei moderni video musicali con Interstellar Overdrive (1967) dei Pink Floyd e di un’altra decina di video dei Rolling Stones girati tra il ’65 e il ’67, tra cui Lady Jane.Whitehead ha filmato figure della Beat Generation come i poeti Allen Ginsberg e Ferlinghetti e le prime star del rock inglese come Mick Jagger e Syd Barrett. È stato considerato il più grande e originale documentarista della rivoluzione rock, autore dei docufilm dei concerti psichedelici dei Pink Floyd e del film di debutto dei Rolling Stones, Charlie is my darling (1966). Ma ha filmato anche Mark Rudd, leader dei Weathermen Underground, organizzazione della nuova sinistra rivoluzionaria americana, passando per l’attrice Vanessa Redgrave mentre canta una canzone rivoluzionaria cubana.L’opera di Peter Whitehead si era interrotta quando, alla fine degli anni Settanta, questa anomala e straordinaria figura del documentario underground era fuggita dal cinema andando a vivere in Oriente. Whitehead trascorse dieci anni tra Afghanistan, Pakistan, Alaska, Marocco, Algeria, e Iran, finché costruì in Arabia Saudita un centro di cura per i falchi in via di estinzione (Al Faisal Falcon Center, che subì una brusca fine durante la Guerra del Golfo). Abbandonò la carriera cinematografica perché non pensava più che il suo operato avrebbe sinceramente potuto contribuire alle giuste cause insite nel mare di eccessi e follie degli anni 60 e 70. Rientrato a Londra, dalla seconda metà degli anni 90 si è dedicato alla scrittura tra romanzi e saggi.
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