La saga sui cari estinti: così a Napoli si esorcizza il dolore

La saga sui cari estinti: così a Napoli si esorcizza il dolore

sky-logo(Di Aldo Grasso)
La serie tv «Morti e Stramuorti»: la famiglia Dell’Anno, prostate dei veri funeral planners, cialis a metà tra «La morte ti fa boss» e «Six Feet Under»
Continua la saga degli schiattamuorti. La famiglia Dell’Anno da tre generazioni è titolare di una delle agenzie di pompe funebri più antiche di Napoli. Si occupa di tutto: dalla preparazione della salma al funerale, dalla tumulazione alla «dispersione» delle ceneri in mare. I Dell’Anno sono dei veri funeral planners, a metà tra «La morte ti fa boss» e «Six Feet Under»; in realtà, visto che siamo a Napoli, la docu-fiction richiama irresistibilmente certi momenti del «Boss delle cerimonie» (Explora, canale 415 di Sky, venerdì e domenica, ore 21).
«Morti e Stramuorti», scritto da Chiara Salvo e Sabrina Bracalini per la regia di Fabrizio Lauri, racconta le giornate di una famiglia numerosa (ben coadiuvata da alcuni fidi schiattamuorti, cioè necrofori, becchini, beccamorti, affossatori…) tutta dedita, per business e vocazione, alla sepoltura dei cari estinti.
La divisione del lavoro è molto rigida: i maschi alle casse da morto, le donne in cucina (la cottura del casatiello, piatto tipico della cucina napoletana, è un gioioso segno di vita in uno scenario che tende al funebre). Il racconto procede intrecciando queste due realtà. Le otto puntate sono tutte da seguire.
Napoli ha un suo modo particolare di esorcizzare il dolore: al pianto disperato segue una manifestazione pirotecnica (il morto commerciava in fuochi d’artificio e «non aveva mai fatto male a nessuno»); alla cremazione segue la dispersione in mare delle ceneri su una fragile barchetta; al casting per la scelta di nuovi necrofori segue l’incontro con la psicoterapeuta Menditto per elaborare un piano di sostegno psicologico agli schiattamuorti (i quali, però, facendo questo lavoro per vocazione pare si divertano a parlare con la simpatica analista). E intanto il casatiello continua a lievitare.
Il lavoro, ahimè, è tanto e c’è bisogno di nuovo personale e di nuove macchine: da Treviso arriva un sontuoso carro funebre, nuovo di zecca. La morte si fa bella.

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