Tilda Swinton interpreta la parte che fu di Anna Magnani nel film di Rossellini del 1948
Presentato fuori concorso a Venezia l’anno scorso, esce nelle sale “The Human Voice”, il corto di Pedro Almodovar distribuito da Warner Bros e tratto dalla omonima pièce di Jean Cocteau del 1930, già portato sul grande schermo nel 1948 da Roberto Rossellini, con Anna Magnani nei panni di Nannina nel primo episodio di “L’amore”.
Nell’adattamento del regista spagnolo – all’insegna di un melodramma moderno allestito in un set al solito curatissimo e pieno di rimandi culturali e allusioni citazioniste, dagli abiti d’alta moda ai DVD di Douglas Sirk e Kill Bill, dai libri d’arte ai dipinti d’autore – è Tilda Swinton la protagonista: una donna abbandonata, chiusa nel suo appartamento in attesa della telefonata che metterà la parola fine alla relazione con un uomo che resta sempre fuori campo. Quando il telefono squilla della conversazione sentiamo solo la parte di lei: un monologo in cui la donna, sconvolta, passa attraverso un crescendo di stati emotivi, fino all’epilogo.
Inevitabile, per questo corto di mezz’ora messo in scena in una sola stanza, il riferimento all’isolamento domestico con le sue nevrosi, esperienza comune in questi mesi di pandemia e ‘lockdown’. E al festival di Venezia, Almodóvar non eluse il tema: “La pandemia ci ha dimostrato come le nostre case siano un luogo dove siamo in qualche modo imprigionati, perché lì ci possiamo trovare l’amore della nostra vita, lavorare, farci consegnare il cibo, senza bisogno di spostarci. Lo trovo molto pericoloso“. L’antidoto disse è andare al cinema.
E sempre a Venezia Almodovar affrontò anche il tema del confronto con il modello rosselliniano: “Dovevo appropriarmi del testo come aveva già fatto Rossellini con protagonista Anna Magnani, ma volevo farlo in modo diverso, quasi opposto, in tutta libertà rispetto a Cocteau. Volevo insomma riscriverlo come fosse un duello“. Un testo, quello di Cocteau che per altro ha sempre ossessionato il regista spagnolo che ricordò: “Compare anche nel mio ‘La legge del desiderio’, in una scena molto breve, e in ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’. Questa telefonata che non arriva mai e questa donna sola, assieme a un cane anche lui abbandonato, è una situazione drammatica che mi ha sempre interessato moltissimo“.
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