ITALIA’S GOT TALENT, LE ESIBIZIONI CHE SUPERANO LA PRIMA SEMIFINALE

ITALIA’S GOT TALENT, LE ESIBIZIONI CHE SUPERANO LA PRIMA SEMIFINALE

La giuria sceglie per la finale sei performance su quindici: ne restano altre cinque

L’immagine simbolo è quella del contatore che cala impietoso, a prescindere dai talenti sul palco. Claudio Bisio lo dice subito ai trenta semifinalisti: «La metà di voi non passerà». E anche più della metà, per essere precisi, considerando che in finale c’è posto soltanto per quindici esibizioni. Di queste, quattro – grazie ai corrispondenti golden buzzer – sono già state decise nelle scorse puntate e una – grazie a un golden buzzer ad hoc – la sceglierà Lodovica Comello. I giudici hanno, quindi, la possibilità di portare avanti soltanto dieci performance in totale, presentate attraverso una serie di sfide dirette e suddivise per «materia».
Edoardo e i Secoli Morti
Lui colpisce sicuramente per la sua bravura, ma anche soprattutto per la precocità delle sue abilità. Perché Edoardo, il protagonista della performance, è un ottimo batterista e ha soli sette anni. Si esibisce insieme alla sua band, i Secoli Morti, con la canzone What A Wonderful World. E il risultato soddisfa pubblico e giudici, anche se Nina Zilli ha da ridire sui musicisti che hanno accompagnato il bambino.
Team Burningate
Hanno tutta una serie di muscoli di cui la maggior parte delle persone ignora anche soltanto l’esistenza. Ma i ragazzi del Team Burningate non si fanno bastare certo quelli. E, vestiti da muratori, su e giù dalle impalcature, danno vita a un numero a un numero acrobatico fuori dal comune: salti mortali, torsioni, verticali in aria. Insomma, tutta una serie di cose da non provare a rifare a casa.
Il mondo di Giulia
«Devi capire che il mondo non gira solo intorno a te, Giulia» dice Frank Matano alla bambina di 11 anni protagonista della performance di video danza che passa in finale. Insieme a lei sul palco, l’amica 22enne Greta (già presente nella scorsa esibizione) e la giovanissima new entry Mattia. I tre ballano dialogando con lo schermo alle loro spalle su cui passano immagini di sogno e di incubo insieme. Il risultato è pura poesia.
Agnese Riccitelli
Ha 52 anni, i capelli rosa e un’energia che non si dimentica. Sul palco con le sue allieve, la maestra di danza Agnese Riccitelli incanta pubblico e giudici con un’esibizione che mette al centro i piedi, una parte del corpo spesso sottovalutata o comunque raramente in primo piano. Il numero incanta soprattutto per la chimica e la sincronia delle partecipanti, soprattutto se si pensa che la maggior parte l’hanno trascorsa a terra.
Matteo Ionata
Sale sul palco vestito di tutto punto, con giacca nera e camicia bianca d’ordinanza. E lì, Matteo Ionata, dà il meglio di sé, confezionando un numero di beatbox che non si dimentica. Il ragazzo – va detto – era già stato molto bravo durante le qualificazioni, ma il suo settore è talmente specifico che il rischio d’incorrere in un qualcosa di già visto e già sentito era molto elevato. Ma decisamente evitato.
Mirko Darar
Mezzo siciliano e mezzo egiziano, Mirko Darar aveva già colpito la volta scorsa, con un monologo tutto da ridere sulle difficoltà dell’essere gay. E non delude neppure in semifinale, a partire dall’ingresso sul palco con dei lucentissimi tacchi rosa/rosso di vernice. Il monologo di stavolta tratta più o meno lo stesso tema, ma con spunti totalmente originali, che colpiscono i giudici (a parte un serioso Claudio Bisio) e la platea.

Andrea Cominetti, La Stampa

Torna in alto