In abito da sacerdote, sickness con un chierichetto d’eccezione al suo fianco, Fiorello irrompe in teatro dalla platea. Ed è subito show. Introdotto da un sottofondo di musica ecclesiale che precede l’apertura del sipario, ‘L’Ora del Rosario’ è lo spettacolo che segna il ritorno in teatro del mattatore.
Ieri standing ovation a Montecatini, dove stasera si replica. E poi ancora in giro nei teatri di provincia su e giù per l’Italia.
Parlando di sé, Fiorello balla e canta la sua vita da showman nella sigla autoironica che lancia oltre due ore ininterrotte di monologhi, canzoni, gag, duetti d’eccezione e sorprese per il pubblico in platea, che diventa parte dello spettacolo e delle sue improvvisazioni. Con la leggerezza che lo contraddistingue, racconta vizi e virtù del nostro tempo e prende di mira, ad esempio, i social (di cui lui stesso è ‘addicted’) e l’abitudine di commemorare il caro estinto con frasi retoriche. Scherza anche sul suo testamento e sulla morte, esorcizzando con ironia il trapasso con una puntata molto speciale di ‘Porta a Porta’.
Accompagnato sul palco dalla band capitanata dal maestro e tastierista Enrico Cremonesi e composta da Carmelo Isgrò al basso, Rino Di Pace alla batteria e Antonello Corraduzza alle chitarre, Fiorello gioca tra pop e swing con cover e mash-up di canzoni, inventando incontri musicali inediti come quello, esilarante, tra Orietta Berti e Vasco Rossi. Sfoderando le sue qualità canore e il talento innato per le imitazioni, delizia il pubblico con cenni inconfondibili di Zucchero, Ramazzotti, Venditti, Mengoni, Ferro, Negramaro… Ce n’è anche per l’amico di sempre Lorenzo Jovanotti e per la sua ‘zeppola’. I Gemelli di Guidonia (Pacifico, Eduardo e Gino Acciarino) cantano a cappella i loro particolarissimi medley a tema. Poi una parentesi di tango porta in scena un bel pezzo inedito scritto e pensato da Cremonesi per Adriano Celentano e rimasto in un cassetto.
Emoziona la voce di Mina che invita Fiorello a cantare con lei sulle note di ‘Baby it’s cold outside’, il duetto inciso insieme a Lugano. Sui maxi schermi irrompe anche Tony Renis ed è il momento di ‘Quando quando quando’.
Lo showman veste i panni del prete, poi quelli del crooner, dell’uomo qualunque alle prese con dentista, moglie, figlia e una mamma anziana ma tecnologica. Si trasforma in Romeo innamorato (ma non troppo) della sua Giulietta (in una parentesi dedicata a ‘Shakespeare era siciliano?’ con introduzione di Roberto Giacobbo da ‘Voyager’) per poi riprendere i toni ecclesiali in un’altalena continua tra sacro (seppure a modo suo) e profano.
Autori dello show, insieme a Fiorello, sono Francesco Bozzi, Claudio Fois, Piero Guerrera, Pierluigi Montebelli e Federico Taddia. Ma autori, seppure inconsapevoli, di spunti comici sono anche le persone comuni incontrate per le strade e nei bar delle città che ospitano di volta in volta lo spettacolo. A loro è dedicato un breve film sui titoli di coda, da incorniciare.