I due attori, per la prima volta insieme in un film, sono i protagonisti del romantico Corro da te di Riccardo Milani (nelle sale dal 17 marzo)
Piefrancesco Favino e Miriam Leone condividono per la prima volta il set in occasione della commedia romantica Corro da te di Riccardo Milani (nelle sale dal 17 marzo). Lui interpreta il cinico Gianni, un donnaiolo che spesso si finge qualcun altro pur di conquistare quella o quell’altra donna. Lei è Chiara, una disabile che per caso conosce Gianni. Dopo quell’incontro, dall’alto del suo ego, il ricco manager e latin lover scommette con gli amici di riuscire a portare a letto anche Chiara, fingendosi su una sedia a rotelle.
Tra i due nasce un feeling. E soprattutto Gianni inizia a vedere Chiara con occhi diversi da come ha sempre visto, con disprezzo, i diversamente abili. Grazie a lei riuscirà a conoscere sé stesso e a guardare in faccia le persone senza paura. «Corro da te va oltre la disabilità», è convinto Favino, «perché parla di tante disabilità: quella fisica e quella emotiva, ma soprattutto di tolleranza, parla della capacità di saper guardare al di là delle apparenze, che in alcuni casi sono molto evidenti come questa che raccontiamo».
L’attore di Buscetta si è divertito a dare corpo a Gianni, «un personaggio estremamente cinico», lo descrive l’attore, «non mi sono sentito in colpa a interpretarlo perché siamo tutti un po’ cinici, ma ci piace raccontarci diversi. Gianni è dichiaratamente sgradevole e si carica sulle spalle tutte le qualità negative che abbiamo quando ci confrontiamo col mondo della disabilità». «Spesso», aggiunge, «quello che noi pensiamo sia garbo o delicatezza in realtà è cinismo: non vogliamo entrare in contatto con ciò che ci spaventa, i disabili sono semplicemente degli individui. Sta a noi ascoltarli e guardarli negli occhi».
Miriam Leone si è dovuta calare completamente nel mondo della disabilità per tentare di essere credibile. Quello di Chiara, dice, era un ruolo complesso e rischioso. «È stato difficile perché ho dovuto superare delle mie non abilità, come giocare a tennis in carrozzina», ci racconta l’attrice di Eva Kant, «lo sport è fondamentale per sviluppare delle abilità e per riacquistare l’amore per la vita».
L’associazione Peba Onlus «mi ha aiutata a raccontare questa realtà senza retorica e senza pietismo», prosegue Miriam Leone, «la risata pulita e intelligente ti consente anche di dissacrare e accogliere quello che spaventa e che è diverso da te. Chiara non troverebbe l’amore se non accettasse ciò che non le piace di Gianni. Pensare che tutto debba essere perfetto come vorremmo ci rende incapaci di accettare la realtà. L’amore è anche riuscire a guardare quello che non ci piace».
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