Arbore non ha dubbi: “Anche i giovani amano lo swing”

Arbore non ha dubbi: “Anche i giovani amano lo swing”

Non solo rap e trap, t-shirt oversize e tatuaggi, ma anche swing, bretelle, pantaloni larghi e gonne svolazzanti. Tra i giovani dilaga la swing-mania. Non solo sono in aumento gli appassionati del genere musicale nato negli anni ’40 grazie a nomi del calibro di Count Basie, Duke Ellington, Fletcher Henderson, Benny Goodman, Jimmy Dorsey, Tommy Dorsey, Glenn Miller, Woody Herman e Artie Shaw ma sono diffusissime le scuole di ballo swing. Per rendersene conto basta andare sul portale italiano Swing Fever, che divulga la passione per questa musica in tutti i suoi aspetti, dai concerti ai ballerini più quotati, dalle orchestre ai dj, dall’abbigliamento alla storia. Vi si trovano elencate 50 scuole di ballo, dal Lazio al Piemonte, dal Trentino all’Emilia, dalla Sicilia alla Sardegna, dove si insegnano il ballo swing e i suoi derivati.

Chi da anni aveva intuito che c’erano le premesse per un grande ritorno è Renzo Arbore, che nel 2002 pubblicò l’album ‘Tonight Renzo Swing!’, tutto dedicato ai grandi classici del genere e suonato con una delle orchestre più quotate del genere, gli Swing Maniacs. “Allora fu un’intuizione – racconta Arbore all’AdnKronos – ora è un fenomeno dilagante anche tra i giovanissimi che non si riconoscono nel gusto di massa. Ci sono scuole, locali, raduni, in continuo aumento. Il primo festival a dedicarsi al fenomeno è stato il Summer Jamboree di Senigallia, che da anni fa un’operazione di recupero non solo musicale ma anche di tutta l’estetica legata a quegli anni. Ma ora c’è anche il Policoro in Swing, dove un’intera cittadina lucana diventa per alcuni giorni un villaggio dello swing. E poi ci sono moltissime orchestre e orchestrine già affermate e altre che continuano a nascere”.

“Io frequento spesso locali, musicisti e ballerini che si dedicano al genere perché ho un legame profondo con questa musica. È la musica che si ballava nella mia adolescenza, nel Dopoguerra”, sottolinea Arbore che nel 2015 ha dedicato una serata su Rai2 a ‘Quelli dello swing’. Forse oggi, come in quegli anni, c’è voglia di spensieratezza, di uscire dalla cupezza generalizzata delle crisi economiche e sociali: “Sicuramente il fatto che lo swing fosse ballabile, orecchiabile e romantico lo aiutò a fare breccia nella generazione del Dopoguerra. La sua presa su i ragazzi di oggi non è ancora stata sufficientemente indagata ma lo sarà presto”, aggiunge Arbore. “Probabilmente il fascino della grande eleganza, del gusto, che differenzia lo swing dal rap tanto in voga, è uno dei motivi del suo successo. È una musica ballata da ragazze quasi senza trucco, senza tatuaggi, vestiti come si vestivano i loro nonni quando erano giovani. I ragazzi che amano lo swing sono conoscitori della musica, di solito ascoltano il jazz e non amano identificarsi nei gusti estetici della massa. Io li amo. E vedrete che aumenteranno”, assicura Arbore.

Torna in alto