Su Rai2 dal 22/2, serie ideata da Lucarelli, tra crime e sovrannaturale
“Ho letto il copione e ho scoperto che a pagina 2 morivo. Andando avanti ho capito che sarebbe stata una serie complessa. Sono un razionalista convinto, ma ci ho messo tutto me stesso. E’ un ruolo che credo raramente nella vita ti capita di interpretare. Abbiamo trattato il fantasma come se ci fosse davvero. In questo modo, la presenza si è avvertita di più”. Lino Guanciale è il protagonista (Il Commissario Cagliostro) de La Porta Rossa la nuova serie poliziesca di Rai2 ambientata a Trieste con Gabriella Pession, ideata da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi e diretta da Carmine Elia.
Cagliostro, dopo essere stato ucciso in uno scontro a fuoco, dovrà scoprire chi l’ha tradito e allo stesso tempo salvare la vita di sua moglie Anna che di professione fa il magistrato (Pession). Solo una ragazza è in grado di riuscire a comunicare con lui (Valentina Romani). Nel cast (coproduzione Rai Fiction – Velafilm) anche Antonio Gerardi, Fausto Sciarappa, Elena Radonicich, Ettore Bassi, Gaetano Bruno, Cecilia Dazzi, Alessia Barela, Tommaso Ragno, Andrea Bosca.
C’è chi potrà vederci film che hanno a suo tempo fatto epoca al box office da Ghost a Sesto Senso, ma anche i grandi Classici della letteratura. Ma la domanda ”c’è vita dopo la morte?’ ce la poniamo da secoli. Insomma un commissario defunto che indaga sul suo stesso omicidio, che rinuncia ad andarsene dal mondo e continua a indagare per salvare sua moglie Anna. “In questo modo – spiegano gli autori – l’elemento sovrannaturale non solo non indebolisce l’impianto del whodunit, ma il tema della vita dopo la morte può emergere in tutta la sua potenza metaforica”.
Ne la Porta Rossa in effetti non c’è manierismo, pochi effetti speciali, ma soprattutto grande protagonista una città, Trieste, dove le riprese girate in gran parte in notturna danno un’immagine quasi liquida impalpabile, come la storia raccontata. Un capannone abbandonato, due cadaveri riversi a terra, i riflessi blu dei lampeggianti della polizia, il via vai di poliziotti che isolano la scena del crimine. Cagliostro osserva la scena: ne ha viste tante di situazioni del genere in dieci anni di servizio, ma questo caso è diverso da tutti gli altri. Perché questo è il suo stesso omicidio.
Sei puntate (22 febbraio e 1 marzo di mercoledì, dal 24 febbraio al 17 marzo di venerdì) di thriller mozzafiato con sfumature di dramma sentimentale. E nel cast di questa accanto a Guanciale-Cagliostro spicca Gabriella Pession: “mi piace ispirarmi con i miei personaggi ai quadri: “E’ un ruolo molto tenue. In casa quella mia e di mio marito che è stato ucciso, ho cercato di ricreare un luogo intimo sul set. Abbiamo deciso di non truccarmi, di non pettinarmi… Era importante raccontare un lutto. Questa serie è una discesa agli inferi di questo personaggio. La morte ha azzerato tutto. E’ un percorso a ritroso”.
Nel cast anche Valentina Romani (Vanessa, la giovane medium), Antonio Gerardi, Fausto Sciarappa, Elena Radonicich, Ettore Bassi, Gaetano Bruno, Cecilia Dazzi e Alessia Barela; Tommaso Ragno, Andrea Bosca. Il direttore di Rai Fiction Eleonora Andreatta fa notare: “Un progetto di grandi eccellenze che ha richiesto un grande lavoro. Abbiamo scelto di mandarla su Rai2 come abbiamo fatto con Rocco Schiavone, con l’obiettivo di conquistare un pubblico più giovane e sofisticato. Questa direzione è molto importante per noi. Puntiamo ad una diversificazione rispetto ai prodotti che vanno in onda su Rai 1. La Porta Rossa è piaciuto molto anche all’estero”.
Una porta rossa appare dal nulla per permettere al commissario di andarsene via dal mondo, ma quello che Cagliostro vede sulla soglia lo blocca. Immagini confuse che appartengono al futuro: sua moglie Anna (Pession) sul punto di essere uccisa da una persona il cui volto è nascosto, ma il poliziotto intuisce essere il suo stesso assassino. Cagliostro resiste, non oltrepassa la porta, non può e non vuole andarsene dal mondo lasciando Anna in pericolo. Deve indagare sulla propria morte, trovare il suo assassino ed evitare che anche Anna venga uccisa. Lucarelli rileva: “Ci sono tante cose in questa storia. E’ stato un viaggio interessante e complicato. Siamo partiti da una detective story, siamo passati al fantasy, abbiamo trattato la storia d’amore, i problemi adolescenziali… Tutte cose molto diverse. Contemporaneamente, abbiamo fatto un noir con realismo e fantasy. La difficoltà è stata quella di trovare un equilibrio. Capire cosa succede dopo la morte, scoprire chi ha ucciso chi e perché… Siamo convinti di esserci riusciti. Per me è stato qualcosa di diverso tra le tante che ho fatto. Sono curioso da come verrà accolta”.
ANSA