“È normale che un virus durante il suo rapporto con un ospite sviluppi delle varianti che si trasmettono meglio e che riescono magari a infettare le persone immuni. Però, la differenza che c’è tra adesso e il passato è che ora siamo tutti immunizzati dal vaccino o dall’infezione o da entrambe le cose. Quindi nel nostro Paese una nuova eventuale variante, comunque parente stretta di Omicron, incontrerebbe una popolazione con difese molto robuste. Questo chiaramente può essere valido per i giovani. Per le persone più anziane e per i fragili dobbiamo ricordare che esiste l’ulteriore dose di vaccino bivalente, che funziona bene, e soprattutto gli antivirali, come il Paxlovid, che continuano ad avere un’efficacia invariata anche contro queste nuove varianti”. Così Roberto Burioni su Kraken, la nuova variante del Covid, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa su Rai3.
Sullo scarso uso del farmaco antivirale Paxlovid: “Dal punto di vista scientifico la questione è chiarissima: i dati sulla sicurezza e sull’efficacia di questo farmaco, anche contro questa variante pittorescamente chiamata Kraken, sono provati oltre ogni ragionevole dubbio. Bisognerebbe usarlo anche per i più giovani, magari giovani e obesi con un’ insufficienza respiratoria o cardiocircolatoria”.
Sulla reintroduzione delle mascherine: “Il comportamento è improntato al buon senso: se vado in una residenza per anziani dove ci sono ultraottantenni, metto la mascherina. Ma non solo per il Covid, ma per tutta una serie di altre infezioni che possono essere pericolose. Quando Franco Locatelli entra in un reparto dove magari ci sono dei bambini che hanno fatto delle terapie immunodepressive, la mascherina se la metteva anche prima del Covid. Quindi quando siamo in un luogo affollato, quando siamo vicini a persone a rischio, quando la mascherina non è particolarmente scomoda, non vedo tutta questa tragedia a portarla”.
Sulle possibili nuove varianti portate dalla Cina: “Quello che sta accadendo in Cina, a mio giudizio, non lo sappiamo minimamente. Dalla Cina non escono notizie, dalla Cina non escono più dati. Oggi l’OMS ha chiesto alla Cina di condividere di più. A mio giudizio i numeri sono totalmente inattendibili. Questa malattia è diventata contagiosa come il morbillo, che infetta il 99% delle persone se non sono immuni. Quindi la circolazione di questo virus in Cina non è stimabile. Allo stesso tempo noi non sappiamo quello che può accadere nella circolazione di un virus in una popolazione che è stata vaccinata poco e male. Noi gli abbiamo anche detto se volevano in regalo i nostri vaccini: hanno detto di no, sono scelte politiche. Quello che dobbiamo fare è sorvegliare, perché è improbabile che venga fuori una nuova variante pericolosa. Però dalla Cina a oggi sono state comunicate 700 sequenze. Noi italiani giustamente le controlliamo e finora ne abbiamo individuate una settantina. I dati sono molto tranquillizzanti, perchè le varianti sono tutte della famiglia Omicron. Sembra che questo virus abbia preso ormai quella direzione e se questa direzione verrà mantenuta è molto probabile che i vaccini che noi abbiamo fatto mantengano un’alta capacità protettiva”.
Sulla diminuzione degli screening oncologici: “È una cosa gravissima perché stiamo intercettando dei tumori in ritardo. Non solo in ritardo negli screening oncologici, ma in quasi tutte le discipline mediche le liste d’attesa si sono allungate a causa di questa pandemia. Tassativamente dobbiamo recuperare, altrimenti si trasformeranno al contempo in malattie più gravi, in costi più alti per trattarle e in gente che muore. Ci dobbiamo impegnare, ora che il pericolo si è attenuato, nel metterci in pari”.