A UN MESE DAI TRAGICI FATTI DI PARIGI, cialis sale IL FILM “PARADISE NOW” E IL REPORTAGE DI GAD LERNER PER RIFLETTERE SULLA RADICALIZZAZIONE DELL’ISLAM IN OCCIDENTE.
A un mese dai tragici attentati di Parigi e dalla recente avanzata dell’estrema destra di Marine Le Pen, “Fischia il Vento” di Gad Lerner si addentra nel sempre più preoccupante fenomeno della radicalizzazione dell’Islam, che alimenta una contrapposizione culturale in seno ai paesi occidentali mai finora così visibile, aspra e aperta. #Generazionedifanatici è il titolo della puntata in onda mercoledì 16 dicembre alle 21.00 su laeffe (can. 50 DTT e Tivùsat, 139 di Sky), che affianca al reportage di Gad Lerner nei cosiddetti quartieri sensibili di Tunisi, Nimes e Beziers, il film di Hany Abu-Assad, in prima tv laeffe, “Paradise Now”.
In Europa oggi vivono 20 milioni di musulmani, destinati con le migrazioni a diventare 30 entro la metà del secolo, un numero che genera paura e alimenta profezie apocalittiche piuttosto che riflessioni ragionate. Eppure, tutta la brutalità dei fatti di Parigi ha svelato il seme di una rivolta germogliato tra le pieghe di una gioventù che si pensava integrata. Il viaggio di Gad Lerner comincia dal quartiere Douar Hicher di Tunisi dove, come racconta il ricercatore Fabio Merone, “c’è stata la più grande espansione del movimento jihadista in Tunisia. Ragazzi marginali che dopo essersi sfogati nelle tifoserie degli stadi e nelle piazze della Rivoluzione hanno trasformato la loro rabbia in un processo di islamizzazione che ha preso la forma del salafismo radicale”. Per poi arrivare in Francia, a Nimes, dove la presenza della moschea ha snaturato la filosofia di alcuni quartieri sensibili come Chemin Bas d’Avignon, nel quale fino a dieci anni fa non si vedevano veli e oggi l’imam impartisce le direttive della vita quotidiana, addirittura l’autorizzazione a vaccinare (o meno) le donne. Rappresenta invece una posizione assolutamente minoritaria l’imam del quartiere Pissevin, Hocine Drouiche, che da anni denuncia la deriva settaria dell’Islam europeo: “Molti di quei giovani che sono partiti frequentavano la nostra comunità, cercavano fonti di conoscenza sull’Islam e non avendole trovate nelle moschee le hanno cercate altrove. E questo altrove significa l’imam Google, l’imam internet, che forniscono risposte pericolose”. Risposte che si trovano spesso anche nelle carceri, dove hanno inizio molti processi di radicalizzazione “facendo leva sul senso di colpa dei ragazzi… viene detto loro che potranno redimere la loro anima attraverso l’Islam”, come spiega l’avvocatessa Kadija Aoudia. Ma cosa trasforma un ragazzo musulmano in un combattente pieno d’odio? Renzo Guolo, docente di sociologia dell’Islam all’Università di Padova, parla, come molti colleghi, di una ristrutturazione dell’io legata soprattutto alla domanda di senso e identità. A pensarla diversamente è la politica di estrema destra, che, più che le cause, cerca soluzioni radicali al problema. Il sindaco di Beziers, Robert Menard, ex sessantottino ora beniamino di Marine Le Pen, spiega: “Quando la percentuale di stranieri in un Paese è del 5% non è un problema, al contrario è una ricchezza per il Paese. Non lo è, quando questa percentuale arriva al 20-25%. Bisogna finirla con lo Ius Soli, bisogna tornare al diritto di sangue e smetterla con i ricongiungimenti familiari ”. Dall’Europa all’Italia, Zita Dazzi a Milano ascolta la voce di madri e sorelle di giovani islamici e le loro preoccupazioni sulla radicalizzazione dell’Islam.
A dare ulteriori spunti all’approfondimento, il film della serata, in prima tv laeffe, “Paradise Now” di Hany Abu-Assad(Germania, Paesi Bassi, Francia, 2005), vincitore del Golden Globe come miglior film straniero nel 2006, storia di due fratelli arabi che scelgono due strade opposte, tra fanatismo kamikaze e sogni di una vita migliore.
“Fischia il vento” è un programma di Gad Lerner e Laura Gnocchi, prodotto da PMG per laeffe, la TV di Feltrinelli, e la Repubblica, in onda ogni mercoledì dal 25 novembre 2015 alle ore 21.00 su laeffe (can. 50 DTT e Tivùsat, 139 di Sky) e su Repubblica.it. Il programma ha ricevuto il Patrocinio dell’Alto Commissionato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).