Guzzi feat Il Cile ci spedisce Il Grande Freddo della solitudine

Guzzi feat Il Cile ci spedisce Il Grande Freddo della solitudine

La clip di questa storia trae ispirazione da un fatto realmente accaduto nel Ferragosto del 2002.

Quando ho cominciato a suonare con la mia prima band ero poco più di un ragazzino, volevo scrivere canzoni ma non avevo idea di come si facesse, di quale fosse la scintilla che fa partire il complesso meccanismo della scrittura. Campavo a pane, AllMusic e Mtv e proprio su questi canali una volta sono stato travolto da una

canzone. Era il video di un tipo coi capelli un po’ alla Seth Cohen di The O.C., era il video di “Cemento Armato” de Il Cile. Quella canzone mi smosse qualcosa dentro e da lì a breve avrei scritto il mio primo brano. Circa un anno fa passeggiavo per la strada principale del mio paese, Camaiore, e mi sono imbattuto in un tipo che mi ricordava il Cile…così prendo il cellulare e gli scrivo in direct: “Non so se eri tu poco fa a Camaiore, altrimenti hai un sosia quasi perfetto”. Silenzio per ore. Penso di aver fatto la solita figuraccia, invece dopo un po’ risponde proprio Lorenzo dicendomi non solo che era proprio lui, ma alla mia richiesta di fare una foto mi propone invece di bere qualcosa insieme, visto che era nuovo del posto. Naturalmente accetto, lui nel frattempo aveva ascoltato qualche mio singolo e dopo un po’ che chiacchieriamo mi propone di scrivere un brano insieme.

Wow! Ma questo è un cerchio che si chiude!

Qualche giorno dopo mi gira un’idea che aveva abbozzato solamente pianoforte e voce, senza arrangiamento. Io mi metto lì per una settimana, un po’ in ansia a dire il vero (quando ti ricapita di scrivere un pezzo col Cile?!), cercando di trovare l’idea buona. Scrivo, registro e gliela mando. Gli piace! Così, in una maniera un po’ inusuale per questi periodi, è nato “Il Grande Freddo”. “Il Grande Freddo” è un brano che parla di solitudine, la solitudine tipica di questi anni. La solitudine di chi si estranea dal mondo tramite un telefono, quella di chi deve fare un lavoro spesso sottopagato per poter campare, ma anche quella di chi si ritrova in giro ubriaco, da solo, di sabato sera in cerca di qualcosa. La produzione è, come al solito, affidata a Mirko Mangano, cercando un sound un po’ frizzante, che da un po’ di sale al testo ma senza coprirne l’importanza. Per questo brano abbiamo voluto collaborare con TheBananaHub studio, perché volevano realizzare qualcosa di diverso dal solito videoclip, volevamo un Movie-clip. Quindi un video che non seguisse la canzone in sè ma raccontasse una storia a parte, una storia del tutto autonoma. Questa storia trae ispirazione da un fatto realmente accaduto nel Ferragosto del 2002, quando un giovane uomo di 36 anni, Cesare Sacchi, si è immolato a sacrificio, portando un aereo in avaria, a inabissarsi a poche centinaia di metri dal litorale affollato, del Cinquale, partendo proprio dall’hangar, set del movie clip. Il Movie clip è stato scritto e diretto da Massimiliano Tolentini e Nicola Giannotti, mentre la fotografia è di Massimiliano Tolentini, Nicola Giannotti, Matteo Mazzoni. Riprese e montaggio di Giulio Bellettini e il backstage e aiuto regia di Erik Simonelli.

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