Cannavacciuolo, lo chef più celebre della tv, si racconta

Cannavacciuolo, lo chef più celebre della tv, si racconta

Crescono i programmi in cucina. Lo chef spiega perché. “Preparare un cibo è un grande spettacolo. Impiattare è come dipingere un quadro”

Chi mi conosce lo sa, in tv sono me stesso, dico quello che direi in cucina. Una volta mi hanno chiesto: “Ma devo pulire i frutti di mare con le mani?”. Ho risposto: “No usa i piedi”». Lo chef Antonino Cannavacciuolo da Vico Equense, 42 anni, battuta pronta, è il gigante buono dei cooking show. Le signore che non si erano mai preoccupate di impiattare ora, come lui, danno un colpetto sotto il piatto del risotto perché si accomodi bene. Un po’ esagerate, no? «No» ridacchia «conta tutto, l’occhio vuole la sua parte. Anche lo stato d’animo conta, non bisognerebbe cucinare se si è arrabbiati». Forse metà della popolazione digiunerebbe, ma non importa.

È il re della stagione televisiva: domani su Nove è protagonista di Ci pensa Antonino, in cui si racconta versione famiglia insieme alla moglie Cinzia. A gennaio sulla stessa rete tornano Cucine da incubo e ‘O mare mio, programma che si è cucito addosso «perché la pesca mi rilassa». Dal 22 dicembre approda alla nuova stagione di Masterchef su SkyUno, con Joe Bastianich, Bruno Barbieri e la chef stellata Antonia Klugmann «donna fortissima che ha la sua idea di cucina e si fa rispettare».

Tra spot e programmi sta sempre in tv: quando cucina? «Ecco, mi faccia chiarire ’sta cosa: concentro tutto, registro i programmi nel periodo in cui il ristorante Villa Crespi è chiuso, tra gennaio e marzo. Ma il resto delle cose che va in onda sono repliche». Cannavacciuolo spiega che la televisione gli ha dato molto «ma che se fosse stato per lui, non l’avrebbe mai fatta. Sarei rimasto chiuso nella mia cucina. È tutta colpa o merito di mia moglie Cinzia. Fu lei a dirmi: fai sto provino! E sono venuti quelli di Masterchef da me, sul lago d’Orta. Non sono cambiato di una virgola. Parlo come parlo, porto il mio modo di fare in tv, per questo mi diverto. Le pacche? Ne ho prese tante da ragazzino e oggi le restituisco. Sono un segno di affetto, chi non le prende deve preoccuparsi».

Figlio d’arte, padre professore all’istituto alberghiero di Vico Equense, dalla gavetta alle stelle Michelin, Cannavacciuolo a Masterchef mette in riga i concorrenti e in Cucine da incubo aiuta chi non ce la fa. «Mi commuovo pure io e spesso devo trattenere le lacrime», racconta «parliamo della vita delle persone, delle difficoltà: è tutto vero e tante cose non si dicono per rispetto. Però quando arrivo riescono a buttare fuori tutto sul tavolo. Ma non mi piace far litigare la gente. Le telecamere non mentono, nel bene e nel male. Cucinare sotto stress è difficile, ma lì vedi il talento».

Mentre gli italiani faticano a stare a dieta («Non tocchiamo questo tasto, nel ’98 pesavo 80 chili, sono più di dieci anni che provo a stare a dieta, ma non funziona forse perché è sempre meglio domani per iniziare»), la tv su tutte le reti è un’immensa cucina. «Però da quando facciamo tanti programmi la gente ha imparato a mangiare» dice lo chef «controlla le scadenze, cerca di capire da dove arrivano gli ingredienti. Abbiamo fatto aprire gli occhi a chi va a fare la spesa. Poi è vero, la cucina è un grande spettacolo, come dipingere un quadro».

Oggi che è uno chef-imprenditore e apre locali, cosa chiederebbe alla politica? «Niente. Sono stanco di sentire: la politica deve fare questo e quello. Lo Stato siamo noi», dice Cannavacciuolo, «ci dobbiamo organizzare e ognuno deve dare qualcosa in più. Oggi l’Italia è una casa sporca perché c’è poca manutenzione, invece abbiamo bisogno di attrarre gli stranieri. Cominciamo a raccogliere la carta da terra». Qualcuno sogna di farlo diventare il nuovo Bud Spencer: «Scherza? No, lui aveva davvero l’X factor, se mi paragonano gli faccio un danno».

Silvia Fumarola, Repubblica.it

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