Attraverso le sue nove tracce, questo lavoro mostra la band al suo massimo ed è un inno, una celebrazione della vita, come dimostra il primo estratto Vision Thing.
Per chi non conosce ancora la strada e la agogna basterà attendere il 21 ottobre quando verrà pubblicato Direction of The Heart, il nuovo lavoro dei Simple Minds, il diciottesimo della loro storia, la direzione del cuore, appunto. Il progetto è griffato BMG ed è anticipato dal singolo Vision Thing già disponibile sulle piattaforme digitali e che un incipit quasi operistico che ipnotizza, un viaggio al centro dell’universo che esalta l’unicità dell’essere umano, sia come uomo che come agire da umano. Proprio nella sede di BMG a Milano ho incontrato l’anima della scozzese, Jim Kerr.
E’ un viaggio profondo nella sensibilità umana Direction of the Heart. E’ figlio di una carriera lunga quarant’anni che porta sotto il palco, a condividere fratellanza, quattro generazioni di umanità. E Jim Kerr, frontman di quella straordinaria band che si chiama Simple Minds, racconta che si giunge al solstizio della vita, che sia estivo o invernale (e ne parla romanticamente e poeticamente nel brano Solstice Kiss) “seguendo la voce interiore, aspetto importante per i Simple Minds. Talvolta ci arrocchiamo solo sulla sensazione di ciò che dovremmo fare e vedere, non hai alcuna garanzia di essere sulla giusta strada, ma se lo senti quello è il cammino”. Dobbiamo attendere il 21 ottobre per ascoltare l’album, che io ho avuto il privilegio di ascoltare in anteprima per prepararmi all’incontro con Jim Kerr. Una delle cose che ho trovato più intriganti è l’eterogeneità delle canzoni, anche e soprattutto musicalmente. Ognuna è una fotografia di un mondo. I Simple Minds hanno scelto Vision thing come singolo di presentazione: “Non è solo il brano che ci introduce dell’album – spiega Kerr – è stata anche la prima traccia che abbiamo scritto. Abbiamo scritto molte canzoni, ma questa da subito ci è sembrata forte e abbiamo pensato che rappresentava la direzione che volevamo seguire”. Insomma Vision thing è la parola magica che ci porta nel mondo della band. E, ammetto, è una partenza coinvolgente perché trasmette quel senso di fratellanza che si respira nei live dei Simple Minds: “Quando si sale sul palco si sente davvero una fraternità con tutti. E quando sono sul palco protagonista diventa l’energia, l’energia collettiva. È come un loop: dai energia al pubblico e il pubblico la restituisce”. La magia è che, come per osmosi, questo scambio bello, umano, potente quando si parla di Simple Minds arriva anche attraverso gli album. D’altra parte la direzione del cuore non conosce muri né confini. Anzi quelli che stanno costruendo intorno alle nostre esistenze li sgretola.