Brian’s Travels”, ovvero “I viaggi di Brian”, è un’applicazione per smartphone e tablet che l’ospedale di Parma ha sviluppato per aiutare i piccoli pazienti dai 5 ai 12 anni e i loro genitori ad avere più confidenza con medici, infermieri e malattie, lasciando da parte ansie e timori
Come affrontare la paura di un prelievo di sangue se sei solo un bambino e al pensiero non riesci a dormire perché la siringa si trasforma in un mostro gigantesco pronto a infilzarti? Comincia così “Brian’s Travels”, l’avventura di un bimbo come tanti alle prese con il mondo ospedaliero e con l’ondata di terrore legata a punture, cerotti, dottori e medicine. A salvarlo, per fortuna, arriva Gambalunga, un pupazzo immaginario che gli insegna ad avere coraggio e a guardare l’ospedale con occhi diversi. Non si tratta però solo di una storia a lieto fine: “Brian’s Travels”, ovvero “I viaggi di Brian”, è un’applicazione per smartphone e tablet che l’ospedale di Parma ha sviluppato per aiutare i piccoli pazienti dai 5 ai 12 anni e i loro genitori ad avere più confidenza con medici, infermieri e malattie, lasciando da parte ansie e timori.
Prima in Italia nel suo genere, l’app (di Snow Globe Editions, disponibile gratuitamente su AppStore) è stata pensata a misura di bambino grazie alla consulenza di medici e psicologi, in modo da unire apprendimento e intrattenimento in un percorso di scoperta interattivo tra persone, oggetti e informazioni. A rendere accattivante la narrazione ci sono le illustrazioni e la grafica di Francesco Tosi e la voce di Angelo Pintus, comico di Colorado Café che ha partecipato gratuitamente all’iniziativa. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo di 35mila euro di Fondazione Cariparma e a idearlo e coordinarlo è stato Stefano Capretto, vicepresidente dell’associazione Giocamico, che a Parma opera nei reparti pediatrici da diciotto anni.
“L’obiettivo è fare in modo che l’ospedale venga vissuto nel modo meno traumatico possibile – ha spiegato il presidente dell’associazione Corrado Vecchi – offrendo continuità con le esperienze della famiglia, di casa e della vita di tutti i giorni, facendo leva sulle emozioni”. In “Brian’s Travels” la tecnologia diventa amica delle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni nuove, che possono essere più o meno gravi, per imparare a scacciare tutte le paure, ma anche informare. “L’accoglienza comincia da casa – ha spiegato Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Parma – ed è proprio questa cultura dell’accoglienza che dobbiamo diffondere, con il nostro ruolo, senza prescindere dal senso della responsabilità”.
L’aiuto non è solo rivolto ai bambini, ma anche ai genitori. Nella storia animata ci sono infatti sezioni specifiche e consigli dedicati a piccoli e adulti. Così se i bambini vengono informati su quello che succederà in ospedale (“Vuoi sapere cos’è un prelievo del sangue?”), per i genitori ci sono suggerimenti su come gestire i propri figli in vista di una visita o di un’iniezione. Seguendo Brian, i più piccoli si potranno tranquillizzare capendo che dietro il camice bianco non ci sono creature blu con proboscidi deformi e serpenti che escono dalle orecchie, ma persone competenti, professionisti pronti a tendere la mano e a risolvere i problemi. Il finale dell’avventura poi, offre anche un esempio di solidarietà: Brian infatti, superata la paura del prelievo, va a far visita a un’amica che è ricoverata in ospedale da giorni per esami e terapie. Da quel momento, continuerà a farle compagnia e a giocare insieme a lei.
Silvia Bia, il Fatto Quotidiano