Gli sceneggiatori del Writers Guild of America, il sindacato statunitense in sciopero dal mese di maggio, e i produttori dell’Alliance of Motion Picture and Television Producers, l’associazione che rappresenta gli Studios e che include anche Disney, Netflix e Warner Bros. Discovery, sono pronti per la ripresa dei negoziati. A più di quattro mesi dall’inizio delle proteste, l’AMPTP ha comunicato di essere al lavoro per programmare un incontro con il WGA la prossima settimana. Come spiegato dall’associazione dei produttori, il 13 settembre il WGA “ha contattato l’AMPTP e ha richiesto un incontro per portare avanti i negoziati”. In un comunicato i rappresentanti degli Studios hanno aggiunto che “ogni società membro dell’AMPTP è impegnata e desiderosa di raggiungere un accordo equo, e di collaborare con il WGA, per porre fine allo sciopero”. Come riportato da The Los Angeles Times, il sindacato degli sceneggiatori ha confermato gli sviluppi.
Il doppio sciopero
L’annuncio di un’apertura tra le due parti arriva dopo uno stallo che, nonostante le trattative in corso nelle ultime settimane, non ha prodotto alcun accordo. Nel mese di maggio migliaia di sceneggiatori statunitensi hanno incrociato le braccia per rivendicare maggiori tutele per le condizioni di lavoro, maggiore trasparenza sui diritti d’autore e in materia di streaming, protezione dalle eventuali minacce dell’intelligenza artificiale e un numero minimo di sceneggiatori per la produzione dei copioni. Nel mese di luglio gli attori membri del sindacato SAG-AFTRA hanno preso parte allo sciopero e la portata della duplice protesta, che non si verificava dal 1960, ha paralizzato le attività di Hollywood con pesantissimi danni economici. Recentemente sembrerebbero però aprirsi alcuni spiragli verso un ripristino della normalità: la scorsa settimana Drew Barrymore, che in primavera aveva rinunciato a presentare gli MTV Movie & TV Awards in segno di solidarietà agli sceneggiatori del WGA, ha deciso di riprendere la produzione del suo talk show senza gli autori membri del sindacato. Fuori dagli studi alcuni manifestanti hanno contestato la scelta dell’attrice, che in un comunicato ha dichiarato di nutrire la speranza di una “soluzione per tutti il prima possibile”.