Tornano i leggendari Tool e il nuovo album ruba il primo posto in classifica a Taylor Swift

Tornano i leggendari Tool e il nuovo album ruba il primo posto in classifica a Taylor Swift

Dopo 13 anni di assenza il loro “Fear Inoculum” conquista gli Stati Uniti

Con i Tool la musica il metal (e derivati) conquista la vetta della classifica di Billboard.Che fenomeni questi Tool, sempre seguiti da un fedelissimo zoccolo duro. Non incidevano un album da tredici anni… Ora pubblicano Fear Inocolum e volano direttamente al numero uno della classifica di Billboard 200, spodestando miss Taylor Swift. Ma allora il mercato funziona? Per qualcuno sì.Per tutta l’estate i vecchi album dei Tool – messi per la prima volta in rete in streaming – hanno a loro volta dominato le classifiche di Billboard: Undertow (il loro debutto nel 1993), Aenima, Salival, Lateralus e 10.000 Days (che già come vendite si erano difesi bene al tempo della loro uscita) sono state delle hit ancora di recente. E già che ci siamo, a costo di annoiare, segnaliamo un altro nuovissimo record dei Tool. Il singolo Fear Inocolum è il brano più lungo, con i suoi 10 minuti e passa, ad arrivare in testa alla classifica dei singoli americani, superando i 9 minuti di Blackstar di David Bowie. Anche 10.000 Days, nel 2006, aveva esordito guidando la classifica. Tutto merito del web? Il cantante Maynard James Keenan ha commentato: «L’era del Betamax e dei cd è finita. È tempo per noi di andare avanti. Ma non abbiate paura, c’è una cosa in cui sappiamo siete già coinvolti. Si chiama digital download e streaming. È il futuro, ragazzi!».Insomma quanti fedelissimi e – a occhio – quanti nuovi adepti ha raccolto questa band nata a Los Angeles nel 1990, che si è sempre distinta per qualità di prodotto che hanno sfidato sul web i giovani fan di Taylor Swift e il suo pop leggero, superando anche Ariana Grande. Difficile descrivere la musica dei Tool, che nasce dall’indie metal degli anni Novanta, come i Jane’s Addiction, proprio in piena era grunge. La musica dei Tool è dura e ruvida ma allo stesso tempo ha grande attenzione alla melodia e al pompierismo sperimentale del progressive rock, ad esempio quello dei King Crimson. Il nuovo album è meno duro del prededente, con brani lunghi 9 o 10 minuti che creano un territorio strumentale colorito e «spaziale», fatto di tecnica e cuore, che viaggia a cavallo tra alternative metal e power metal. Non è così matematico il fatto che, dopo 13 anni, la band abbia ancora tanto seguito. I Guns N’ Roses pubblicarono Chinese Democracy dopo 15 anni di assenza e fallirono miseramente. Dopo gli anni dei Kiss, degli Aerosmith e dei Guns N’ Roses, ovvero di hard rock, mentre nasceva il grunge (Nirvana e company), i Tool portarono in scena la loro – e non è un paradosso – sofisticata ruvidità. Come è stato scritto: «La loro musica difficilmente piace a chi è maldisposto verso il metal». Ed è una rivincita del rock in senso lato questo primeggiare dei Tool, che puntano molto anche su testi colti e impegnati che parlano di evoluzione, psicanalisi, religione. Difficile etichettare dunque quei suoni esplosivi e graffianti di chitarra, quella ritmica rude e quegli intermezzi vocali ficcanti che dominano brani come il singolo Fear Inocolum.Sul web intanto la Toolmania impazza, anche se Keenan ha dichiarato prudentemente: «Può darsi che molte persone non capiscano il nuovo album». I Tool si sono buttati in rete, è vero, ma rimangono quel gruppo da battaglia che piace ai fan e che sa come costruire uno show dal vivo. Il 13 ottobre infatti partiranno per il loro nuovo tour nordamericano dall’Aftershock Festival di Sacramento, California, la cui prima parte di concluderà al TF Garden di Boston il 14 novembre. Tutto esaurito, inutile dirlo.

Antonio Lodetti, ilgiornale.it

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