X Factor 11, le lacrime di Levante e la “guerra” di Mara Maionchi

X Factor 11, le lacrime di Levante e la “guerra” di Mara Maionchi

Emozioni, lacrime, diversi casi umani, standing ovation, esibizioni impietose ma anche primi tiepidi screzi tra i giudici hanno aperto l’undicesima stagione di X Factor con la prima puntata delle Audizioni segnata innanzitutto dal debutto di Levante, dai veterani Fedez e Manuel Agnelli e dal ritorno, in grande stile, di Mara Maionchi, applaudita dal pubblico e acclamata sui social network. Frizzante, esuberante, simpatica e senza filtri. Si sa, la produttrice discografica non è una che ci gira troppo attorno: se c’è del talento bene, altrimenti via, di corsa a casa.

Così in gran forma e schietta come sempre, Mara ha portato una ventata di patriottismo ergendosi a paladina della canzone italiana e dichiarando guerra alla musica esterofila. L’ira di Mara si scatena quando sul palco salgono i Noiserz, bando electro-rock di Napoli, che oltre ad un nome non italiano, cantano pure in inglese. E così apriti cielo: «Questa cosa inglese comincia a rompermi i co…, siamo in Italia e non riusciamo a far niente. Noi dobbiamo prima sopravvivere qui e poi tentare di fare qualcosa all’estero, la globalizzazione ci ha mandato a casa, gli inglesi ci massacrano. Dobbiamo combattere…», sbotta Mara Maionchi. Che però a fine esibizione sente che c’è del talento e, seppure imbronciata, ammette: «Che palle, si siete bravi».

Diversi i concorrenti che hanno lasciato il segno, guadagnandosi il sì all’unanimità dei giudici, ma, in fondo in fondo, nessun “colpo di fulmine”: la prima standing ovation è stata per il 23enne Einar, di origine cubana, passato direttamente dalla sua cameretta al palco del talent show targato Sky. La sua esibizione sulle note di “All of Me” di John Legend ha messo d’accordo la giuria: «Ammazza sei uscito bene dalla cameretta», ha commentato Mara. Entusiasmo di Fedez per Camile, 17enne di origine filippina che ha incantato il pubblico con un suo inedito al pianoforte e che il rapper spera di avere con sé in squadra, mentre le lacrime hanno solcato i volti dei giudici durante l’esibizione del giovane rapper Andrea, in arte Mind, che, facendo un parallelismo con l’Odissea, ha portato sul palco la sua difficile storia raccontando il dramma di un padre asssente.

Per lui sono 4 sì. E ancora lacrime per Levante quando sul palco arriva una sua conterranea, Noemi, artista di strada, che con un piccolo piano a due ottave esegue una versione tutta particolare di “Fix You” dei Coldplay, passando il turno con tre sì e un no, quello di Fedez. Che, nella prima puntata delle Audizioni, si sbilancia puntando tutto su Samuel Storm, artista nigeriano con un passato difficile alle spalle, arrivato in Italia dopo un lunghissimo e pericoloso viaggio in barcone: «Ho pensato che la tua storia potesse prendere il sopravvento, invece abbiamo un papabile vincitore di X Factor e una voce da classifica», gli ha detto Fedez. Tra i gruppi, poi, bene i Maneskin e il duo Heron Temple che con una meravigliosa e perfetta interpretazione di Iron Sky di Paolo Nutini mettono d’accordo tutti, pubblico e giuria.

Tra i “no”, si sono alternati sul palco, improbabili rapper, una versione alquanto bizzarra dell’inno di Mameli, la dichiarazione d’amore per Fedez sulle note di Luigi Tenco, un’inascoltabile “Light my fire” dei Doors storpiata in italiano e il permaloso Angelo che, quando si è sentito dare dello stonato, non l’ha presa molto bene, scagliandosi contro la giuria. E facendo quasi perdere la pazienza a Manuel Agnelli che con calma serafica non ha colto le provocazioni del concorrente, poi congedato da Mara Maionchi. «No, non sei stinato, Sei una pippa», ha esclamato la discografica. Che, indubbiamente è stata la grande protagonista della serata, assieme alla new entry Levante che per carisma, gentilezza e compostezza ha ottenuto grandi consensi tra gli spettatori.

Quanto alla giuria, poi, nel complesso sembra regnare una certa armonia, fatta eccezione di qualche botta e risposta, legato a una diversa visione della musica, da una parte i “mistici” Agnelli-Levante, e dall’altra i “discografici” Maionchi- Fedez. Ma siamo solo all’inizio. Il bello deve ancora venire.

Rosaria Corona, Il Secolo XIX

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