Grazia Scanavini ha scritto “Ho fatto la Cam Girl”, un libro in cui racconta il periodo in cui si esibiva su Cam4 guadagnando centinaia di euro al giorno. L’abbiamo intervistata
Mostrava solo la parte inferiore del viso – naso, bocca e mento – e le gambe. Aveva creato un account su Cam4.com e, quasi ogni giorno, si esibiva come cam girl. Lo ha fatto per un paio di anni. Grazia Scanavini, educatrice e studiosa delle dinamiche dei rapporti interpersonali che riguardano l’erotismo e le relazioni sentimentali, ha cercato di capire chi sono le persone che decidono di spogliarsi davanti alla telecamera e perché lo fanno, ma anche chi attende con impazienza i loro video. Lo ha raccontato nel suo libro Ho fatto la Cam Girl, edizioni Effetto, da luglio in libreria e negli store online. L’abbiamo intervistata.
Dopo la pandemia, che ha avuto un grave impatto sul lavoro femminile, è cambiato l’identikit della cam girl?
Il mondo delle cam girl non è cambiato, ma si è ampliato. Ho ricevuto, negli ultimi mesi, moltissime richieste di informazioni da parte di donne che volevano sapere come iniziare a esibirsi proprio per sopperire alla crisi. Ma davanti alla telecamera ci sono tutte le tipologie immaginabili di persone: non solo donne, ma anche uomini, dai minorenni (purtroppo), fino agli anziani di 75 anni, di qualsiasi nazionalità e con ogni tipo di fisicità. Ci sono anche coppie e gruppi.
Dunque, non solo chi sfoggia un fisico “perfetto”.
Assolutamente no, anzi: sono più seguite le persone normali che le aspiranti modelle.
E perché?
Perché le persone “normali” eccitano più delle altre la fantasia: sono percepite come più raggiungibili. Gli utenti instaurano con loro vere e proprie relazioni, seguono quotidianamente le cam girl preferite e, se non le vedono online, mandano messaggi per chiedere se va tutto bene. È come se fosse una specie di social network: in gioco non c’è solo la sessualità. Questo è lo stesso motivo per cui, pur potendo fruire di tantissima pornografia gratuita, molti uomini scelgono di guardare le cam girl e di spendere per interagire con loro: cercano donne “papabili”, con cui creare un legame.
È capitato anche a lei?
Sì: con alcuni di quegli uomini sono rimasta in contatto anche ora. Io mi ero inventata un personaggio che mi somiglia, ironico, e su un’ora di trasmissione limitavo a 7 o 8 minuti i momenti erotici. Il mio obiettivo era quello di andare oltre la bacheca: non lo facevo per soldi. All’epoca abitavo in un container per via del terremoto del 2012, e mi ero inventata di essere al lavoro in un ufficio edile.
Chi sono le persone che seguono le trasmissioni?
Sono quasi sempre uomini, che stanno in ufficio e che hanno una grande disponibilità di tempo e di soldi. Ci sono molti commercialisti e avvocati e, fra i miei contatti abituali, anche il rettore di una università. Sono perlopiù gli uomini eterosessuali anche a seguire gli account maschili: lo fanno per esplorare il loro lato bisessuale, per permettere a se stessi un momento di autenticità.
Chi si esibisce guadagna bene?
Molto. Anche fino a 300 o 400 euro in un paio di ore.
E come funziona?
Il sito è visibile da tutti, gratuitamente, anche senza fare l’accesso. I video sono pubblici e se ci si limita a guardare e ascoltare non si paga: paga solo chi vuole interagire. Ed è la persona che si esibisce a stabilire quanto vuole guadagnare: 100 euro per scoprire il seno, 50 per il sedere, ad esempio. Gli utenti, che possono anche organizzare delle collette tra loro per raggiungere la cifra, pagano acquistando dei token, i gettoni, vere e proprie monete virtuali. E le cam girl possono scegliere se venire pagate con assegno bancario, bonifico o carta prepagata. Il sito trattiene il 50% dell’incasso.
I rischi?
Dal momento che si tratta di un sito pubblico, c’è una registrazione continua: i video si diffondono rapidamente e vengono messi in vendita sui siti pornografici. Si finisce intrappolati in giri che è impossibile controllare.
È possibile tutelarsi?
No. È impossibile riuscire a fare rimuovere quei video: occorre dimostrare di avere il copyright, ma è impossibile farlo perché non si riesce a provare l’identità di chi ha girato il video. Due dei miei video sono finiti su YouPorn e, nonostante il mio avvocato abbia provato di tutto, non è stato possibile scamparla. Per me non è un grande problema, perché i miei familiari e i miei conoscenti sanno del mio lavoro di ricerca, ma so che molte donne non sono consapevoli di questo rischio, che può avere pesantissime ripercussioni a livello personale e lavorativo.
Fra le cam girl sono più numerose le donne in difficoltà, costrette a esibirsi per sbarcare il lunario, o quelle consapevoli e serene?
Sono più quelle serene: sono a casa propria, in sicurezza, possono trasmettere a qualsiasi ora del giorno e della notte e possono esibirsi anche dal telefono, guadagnando cifre che non raggiugerebbero mai con un lavoro “normale”. La sessualità, purtroppo, è ancora l’unico ambito in cui gli uomini accettano volentieri di pagare bene le donne.
rollingstone.it