In città è già delirio in vista del concertone del 1° luglio. “In tenda per lui”
‘Modena park’ ha polverizzato il record di spettatori paganti per un singolo artista – oltre 220mila – ma rischia seriamente di centrarne un altro: quello dei fan arrivati prima per assistere a uno show. Mancano infatti (ancora) oltre 400 ore all’accensione delle luci sul palco per il concertone del 1° luglio (LO SPECIALE) ma un primo gruppo di dieci fan si è già accampato nel parco Ferrari, esattamente di fianco alla struttura in costruzione. «E non abbiamo nessuna intenzione di andarcene fino al concerto», mettono subito in chiaro all’unisono gli «sfegatati sostenitori del Blasco», come amano definirsi. Hanno in media trent’anni, tutti uomini tranne due ragazze, provengono da Milano, Brescia e Cagliari. Sono in contatto da anni – «abbiamo visto insieme decine di concerti del rocker» – e su internet hanno deciso di fare «questa magnifica follia. Vivremo tutte le emozioni in prima fila, dalla costruzione del palco alla conclusione dell’evento dei record».
DURANTE tutto l’anno «ci facciamo letteralmente il ‘mazzo’ – rimarcano ad alta voce – ma per il concerto abbiamo deciso di prenderci una pausa dal mondo. Ce lo ricorderemo per tutta la vita, è una mattata che racconteremo ai nostri nipoti». Nel verde hanno allestito un piccolo campeggio con sdrai, sedie, palloni, teloni da spiaggia e l’immancabile stereo con la musica no-stop di Vasco. Tra loro c’è chi ancora studia, chi s’è preso quaranta giorni di ferie e chi un lavoro ce l’aveva ma l’ha perso a inizio anno. «E ora vengo accusato dai soliti benpensanti di essere qui per stordirmi con alcol e canne ma ho speso tutto per biglietto e viaggio: non ho neppure i soldi per pagarmi un grosso panino», ammette con un sorriso amaro. Nel parco sono arrivati in tempi diversi. C’è chi ha passato tra i cespugli appena una notte, chi è in zona da una settimana e chi rivela di essere «qui addirittura dal 29 maggio. Lo so che è difficile crederlo, ma giuro che è così. La fatica? Ormai vedo il traguardo e non penso ad altro».
All’inizio sono molto diffidenti nei confronti di chi si avvicina incuriosito. Rispondono alle prime domande cercando di far credere di essere nell’esercito degli operai al lavoro nel cantiere. Ma a tradirli sono i grossi e colorati tatuaggi di Vasco in diverse parti del corpo: oltre al viso del rocker, hanno inciso sulla pelle anche frasi di canzoni e titoli degli album.
Quando si fa loro notare che non paiono proprio essere lavoratori, ammettono subito. «Scusaci ma è un nostro tentativo di difenderci: vorremmo essere invisibili fino al concerto ma purtroppo è uscita quella foto ed è scoppiato il finimondo…». Si riferiscono allo scatto delle loro tende blu tra gli alberi realizzato da una cittadina ieri mattina alle 6 e pubblicato su Facebook. «È stato un mezzo disastro – commentano – sono arrivate le forze dell’ordine, ma noi non facciamo nulla di male. Sui social ci accusano di essere degli sbandati che portano degrado, ma non è affatto così. È così difficile capire che siamo ragazzi normali?».
Il mangiare e il bere lo comprano nei due vicini fast food: «Sono comodi e così non perdiamo il posto, e poi ce la caviamo spendendo pochi euro». Si lamentano del clima – «questa umidità modenese è insopportabile» – ma non hanno nessuna voglia di fare un tuffo nel laghetto: «Ci sono anatre e tartarughe, a un primo sguardo sembra un paesaggio bucolico. Ma poi se osservi bene vedi anche topi e nutrie che sembrano coccodrilli!». Per lavarsi e i bisogni usano i bagni chimici già installati nel parco e quelli dei locali dove comprano da mangiare. «Ma per Vasco sopportiamo questo e altro», affermano come se non si fosse ancora ben capito.
Il Resto del Carlino