L’attore lascia La7 e dal 2017 diventerà il volto di Nove. Per lui uno show settimanale. Nuovi format da settembre. Quest’anno raccolta a 270 mln
Il colpaccio arriverà nel 2017: Maurizio Crozza, infatti, il prossimo dicembre lascerà La7, dove militava dal 2006, per imbarcarsi in una nuova avventura sui canali del gruppo Discovery e diventare il volto di Nove. Il ricco contratto con l’attore comico e showman (si parla di 3,5 milioni di euro all’anno solo per lui, oltre ai costi della sua squadra per lo show), il cui legame con La7 scade, appunto, nel dicembre 2016, è stato firmato attorno al 7 maggio, proprio mentre Antonio Campo Dall’Orto, direttore generale della Rai, interveniva al Festival di Dogliani corteggiando pubblicamente sia Crozza, sia Paolo Bonolis.
Ma intanto ci sono da sistemare i palinsesti autunnali 2016 di Discovery Italia, per un gruppo guidato da Marinella Soldi. Italia e d.g. Discovery networks Sud Europa), Alessandro Araimo (svp e coo Discovery networks Sud Europa) e Laura Carafoli (svp content & programming Discovery Italia) che sta performando bene nel suo complesso (7,2% di share in giugno con Nove, Real Time, Dmax, Giallo, Focus, K2, Frisbee, Eurosport, Discovery channel, ecc; 9,3% sul target 15-54 anni; 10% sul segmento 15-34 anni) ma che, soprattutto con Nove (per ora 0,7-0,8% di share medio in prima serata, 0,8-0,9% medio sulle 24 ore nei primi cinque mesi e mezzo del 2016), può e deve fare molto di più in quella posizione lcn sul telecomando.
La scossa su Nove da settembre potrebbe arrivare da nuovi format come il talent culinario Top Chef, dall’adventure game Ninja Warriors con Federico Russo, Gabriele Corsi e Massimiliano Rosolino, dalla nuova fiction di Fabio Volo, dal quiz Boom! condotto da Max Giusti in access prime time, dallo chef Antonino Cannavacciuolo con Cucine da Incubo e col nuovo programma a bordo dei pescherecci.
E, ancora, da Undressed, da Costantino Della Gherardesca, Chef Rubio, il debutto di Giancarlo Giannini (scienza e racconto) e un po’ di impegno civile con Imagine di Roberto Saviano e le inchieste di Pablo Trincia e Valentina Petrini. Una parte, quest’ultima, più giornalistica e di cronaca che dovrà certamente crescere nel 2017 per creare i presupposti adatti alle idee televisive di Crozza. Uno showman che ormai da tanti anni ha fatto della satira politica la sua chiave autoriale, e che in un ambiente un po’ frivolo come quello di Nove potrebbe anche fare fatica. Lavorerà a Discovery dal 2017, con uno show settimanale live su Nove, accompagnato dalla squadra che già collaborava con lui da anni su La7. A differenza dell’autunno 2015, nei palinsesti di Nove non vi sono però tracce de L’Isola di Adamo ed Eva condotto da Vladimir Luxuria. Insomma, la prima edizione italiana non ha probabilmente raggiunto gli obiettivi e un equilibrio costi-ricavi tali da determinarne la conferma.
Su Real Time confermati invece gli show più seguiti come Bake Off 4, Junior Bake off 2, Ma come ti vesti? 10, Il boss delle cerimonie 4, Take me out o Amici; debutta, poi, la docu-musical-soap Ammore infinito, dedicata alla musica neomelodica (il cantante Gianni Fiorellino alle prese col suo matrimonio).
Conferme pure su Dmax, canale concentrato su un pubblico maschile, e che vede ancora in Chef Rubio, nel rugby e nelle moto i fili conduttori del palinsesto.
Quasi la totalità dei ricavi di Discovery Italia è nelle mani della concessionaria pubblicitaria Discovery Media, che nel 2016 marcia a ritmi del +20% di crescita sul 2015 e che, in base alle stime Nielsen, potrebbe chiudere l’anno a quota 270 milioni di euro di raccolta: «I nostri partner possono fare affidamento su un insieme di brand forti, con un posizionamento chiaro sul mercato», dice Giuliano Cipriani, svp adsales Sud Europa e direttore generale Discovery media, «capace di creare occasioni di contatto profonde con il pubblico. Un esempio su tutti, le 70 ore di branded content che produrremo nel corso del 2016. Nel primo semestre del 2016 chiuderemo sicuramente con una raccolta pubblicitaria oltre il +20%, e confido di proseguire a questo ritmo anche per tutto il 2016».
Discovery Italia «può quindi contare su 13 canali-brand multipiattaforma, oltre 600 ore di produzioni locali originali», conclude Araimo nella presentazione alla Torre Solea di Milano, «5.500 ore di première, e un concetto di Total video che, alla audience della televisione, può aggiungere pure oltre 11 milioni di utenti unici sul servizio over the top Dplay e più di 5 milioni di fan e follower sui social media. Noi facciamo intrattenimento, a prescindere da come si fruiscono i contenuti. E pure la nostra offerta pay (per ora su Sky e Premium, ndr) avrà evoluzioni importanti legate a nuovi entranti nel mercato, sia broadcaster tv, sia grandi aziende di tlc».
Sulla rete di Cairo il comico ha assicurato il 7% di share
di Claudio Plazzotta
Nelle 21 puntate della stagione 2015-2016 di Crozza nel paese delle meraviglie, Maurizio Crozza ha assicurato ascolti del 7% di share medio su una rete, La7, che invece naviga al 4% medio in prima serata e al 3% nelle 24 ore. Insomma, il suo contributo ai risultati complessivi del canale edito da Urbano Cairo è notevole, soprattutto a livello di immagine. Se poi, però, si considera che su La7 ci sono 8.760 ore di programmazione all’anno, di cui 1.095 in prima serata, e di queste Crozza ne produce 24, allora il peso si ridimensiona. In particolar modo se si pensa che lo show di Crozza costava 500 mila euro a puntata, ovvero 10 milioni all’anno, di cui oltre 2 milioni al solo comico.
E, insomma, in una rete con la struttura di costi e di ricavi come La7 il programma di Crozza iniziava a essere un lusso: nel 2013 arrivava al 12% di share, ma ora, al 7%, non era obiettivamente più sostenibile alle cifre richieste dall’attore per rinnovare il contratto in scadenza.
L’editore Cairo, quindi, di certo a malincuore, ha lasciato andare Crozza, insieme alla sua squadra, verso i lidi incerti ma di sicuro più ricchi di Discovery: si parla di un compenso pluriennale da 3,5 milioni annui solo per lo showman.
L’addio di Crozza a La7 e il suo sbarco, dal 2017, sui canali Discovery, rappresentano comunque un colpo durissimo, non fosse altro che mediaticamente, per la televisione di Cairo. In un momento piuttosto delicato, nel quale La7, unico tra i big del piccolo schermo, ha anche una raccolta pubblicitaria stabile in aprile sul 2015, mentre gli altri broadcaster, da Mediaset a Rai, da Sky a Discovery, volano con crescite tra il +8 e il +21%. Il gruppo Discovery, che tra gennaio e aprile ha raccolto 76 milioni di euro di pubblicità (+18,7% sullo stesso periodo 2015) rispetto ai 55 milioni di La7 (+3,2%), potrebbe peraltro ancora incrociare i suoi destini con Cairo nella competizione per conquistare la raccolta di Radio Italia: 30 milioni all’anno, che per la concessionaria vincitrice varrebbero almeno 5-6 milioni di euro da mettere in cassa.
Italia Oggi